Una macchina da scrivere e una sedia

Una macchina da scrivere e una sedia
Mercoledì 8 Luglio 2020, 22:44
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Se è vero che siamo anche lo spazio che occupiamo – soprattutto quando lo progettiamo e non lo acquisiamo – è anche vero che non vale il principio della trasmissione del talento. Ma, nonostante questi concetti elementari, si continua a cercare nel feticismo immobiliare una forma di consolazione e/o doping letterario. Sarà per questo che viene da ridere leggendo sul “Chicago Tribune” della possibilità di andare a scrivere nella casa di Oak Park, Illinois, dove è nato lo scrittore Ernest Hemingway. Il primo ad usufruire della possibilità è stato Peter Sagal, celebrità della National Public Radio, ritratto mentre assorbe energia hemingwayana. Però, per quanto provi ad essere rilassato, sta interpretando quello che si sente un po’ scrittore sedendosi al posto del superuomo della letteratura americana. Solo che il risultato non è “Fiesta”, perché prima di sedersi manca la vita e quel corpo, che era un pezzo unico. Non a caso, quando chiesero cosa servisse per scrivere a Charles Bukowski, rispose: due cose, una macchina da scrivere e una sedia. E delle volte è difficile trovare la sedia. Trovata la macchina e la sedia, pure griffate Hem, rimane il problema di chi si siede.
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