Cartolina da Mergellina, Napoli

Un uomo smilzo di una settantina d'anni arriva in scooter e si ferma proprio davanti al parapetto che dà sulla piccola spiaggia di sabbia. Ci sono già altri due o tre motorini che occupano uno spazio teoricamente vietato, riservato ai pedoni. Poco dopo una Vespa bianca, nuova fiammante, si affianca allo scooter in sosta. La guida un altro uomo, a torso nudo, peloso, sudato, con una pancia debordante, senza casco. I due sono amici perché senza neanche salutarsi cominciano a chiacchierare. Il chiatto accende una sigaretta. Era l'ultima, perché appollottola il pacchetto e lo butta a terra, nonostante il cestino sia a meno di mezzo metro di distanza. Sono frequentatori abituali di questo spazio pubblico, si sentono a casa loro. Lo smilzo ha in mano un pezzo di pane secco, si alza e va a sbriciolarlo nell'aiuola dietro una panchina dove sono seduti due turisti. In dieci secondi una cinquantina di piccioni famelici si fionda attorno alla panchina, circondando la coppia che voleva godersi la luce del golfo, con in fondo la sagoma potente del Vesuvio. I due stranieri, seccati e anche un po' impaurtiti dagli uccelli che quasi beccano i loro piedi protetti solo dagli infradito, si alzano e se ne vanno. Missione compiuta. La panchina è ora dei due indigeni. La loro chiacchierata continua con più comodità. Un minuto o due e il panzone si rialza, si avvia dietro una cycas, abbassa lo zip della patta e orina tranquillamente, supponendo di non essere visto. Invece è visibilissimo e non se ne cura. A tradirlo è anche lo scroscio, perché da anni non c'è più quello della barocca fontana del Sebeto, secca e seccata pur'essa. Largo Sermoneta, Mergellina, ore 10 di un sabato di settembre. Morale semplice e banale: se questi sono i costumi degli anziani che dovrebbero dare l'esempio cosa possiamo pretendere da chi cresce in questa città? E' solo una brutta cartolina, un dettaglio? Sarà, ma quante cartoline come questa potremmo spedire, se solo smettessimo di dare tutto per scontato?