Pietro Treccagnoli
L'Arcinapoletano
di

Il pasto nudo del Lungomare

Il pasto nudo del Lungomare
di Pietro Treccagnoli
Sabato 21 Maggio 2016, 17:28 - Ultimo agg. 22 Maggio, 16:29
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Chiudere alle auto una parte del Lungomare Caracciolo è stata un'idea, seppur divisiva, straordinaria. E' stato restituito alla città un pezzo inalienabile della sua bellezza. Ma da quando è scattata quella scelta radicale di liberazione, il Lungomare fatica a trovare un'identità che non sia quella gastronomica, festaiola, sempre al limite del lazzaronismo. Sembra che quello spazio ritrovato serva solo per mangiare, digerire e insozzare, come nei tempi ammorbanti della sugna e pepe. 

Per il prossimo ottobre sono previsti i lavori di ristrutturazione del tratto di via Partenope, concesso alle pizzerie che, tutto sommato, controllano la zona occupata. Per il resto, il Lungomare è solo il palcoscenico di sagre strapaesane pantografate. Nei giorni scorsi è stata suonata la grancassa della pizza più lunga del mondo. I due chilometri scarsi di Margherita sono finiti nel Guinness dei Primati, ma quel maledetto giorno feriale, agli occhi degli automobilisti e dei passeggeri dei bus, s'è guadagnato una citazione nel Guinness degli Incazzati.

In questi giorni è, invece, spuntata una fila di gazebo che danno fiato all'Onu dello street food, ai due lati della Rotonda Diaz. C'è la solita festa, la solita farina. Manca la forca per ricostruire i fasti borbonici del Re Lazzarone. Messi in fila quegli spacci di fritto ammorbante, di grassi colesterolici, di pinte di birra e di dolci ipercalorici creano un magnifico panorama da Lungomare di Dakar, ammesso che a Dakar ci sia un Lungomare. In compenso le lenzuolate degli ambulanti africani che spacciano merce pezzotta fabbricata dalla camorra, contribuiscono ad arricchire il contesto terzomondista.

Se proviamo a leggere la sfilata di gazebo come nella celebre passeggiata di Aldo Palazzeschi l'effetto è poeticamente disturbante.

Copacabana, caipirinha, churrascho
Guinness, Pita Gyros il vero sapore greco
Crea il tuo panino, euro 5
Brasserie fuego e Passion
Riso e grano, Focaccina Umbra
Minchia, che birra!

American Barbecue, Ristorante texano
La Bombetta delle Murge in tour
Pannocchie bollite e arrostite
Cuori di sfogliatella
Barry White porchetta
American Craft Beer
La Tanguera sabor argentino
Caciocavallo alla brace

Sfiogliatelle calde
Pane e porchetta toscana
Viva Mexico, Oktoberfest
Il pollo con il cravattino
La città del vino, Chips & Love
Antica Cuopperia Amalfitana
'O Talebano Kebab Store

Churros & Chocolat to go
Pizzeria
Cioccolato Bontà
Birreria artigianale
Ristorante Rios
La vera oliva ascolana dop
Minchia, che birra!

Friggitoria ligure, Focaccia al pesto
Farinaterra
Grigliate, piatti di carne, pollo, panini, hamburger
Birra artigianale, Fritt-food
Steet Beer Truck, Pesce fresco
Chips & Churros
Sfogliatelle napoletane
La Graffa perfetta
Minchia, che birra!

Insomma, sul Lungomare si finisce per privilegiare sempre e solo la quantità, la massa. Anche questa sagra colorata e fumosa sarà celebrata come un grande successo dell'amministrazione e sarà utilizzata in chiave elettorale. Si va ripetendo fino alla noia che la bellezza salverà Napoli, attirerà turisti come un magnete gigantesco. Ma la bellezza è sopraffatta da un colon digerente che si snoda come un labirinto dai Decumani a Chiaia, attraversando Toledo.

Non c'è altra idea che quella della Grande Abbuffata. Nessuno vuole invocare mostre dedicate all'Impressionismo, a Caravaggio o alla Scuola di Posillipo che pure ci piacerebbero assai, o la necessità di ripristinare quell'aura che incantò i viaggiatori del Grand Tour, ma pure, in anni più recenti, John Fante e tanti scrittori contemporanei. Però esiste una via di mezzo tra i capolavori del Barocco e le abbondanze del peracottaro. C'è, certo che c'è. Ma nessuno se ne food.
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