Pietro Treccagnoli
L'Arcinapoletano
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Materdei, rinasce il Giardino degli Scalzi caro a Marotta

Materdei, rinasce il Giardino degli Scalzi caro a Marotta
di Pietro Treccagnoli
Martedì 15 Novembre 2016, 14:06 - Ultimo agg. 14:08
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Era rimasto abbandonato per trent’anni. Un piccolo perimetro di verde di circa 2600 metri quadrati, accanto a una chiesa, a Materdei, dove di giardini segreti ce ne sono tanti, piccoli, grandi, nascosti dai palazzi come cuori palpitanti. Ma il Giardino degli Scalzi ha una storia particolare che s’intreccia con la vita privata di uno dei più celebrati e amati scrittori napoletani, Giuseppe Marotta, che trascorse gran parte della propria giovinezza in un piccolo appartamento al pianterreno, proprio accanto a questo frammento agricolo dava respiro al quartiere. Lui però poteva affacciarsi solo su un piccolo rettangolo di pietre, così racconta, e su un muro che nascondeva il giardino. Ma lo ha decantato come una boccata di vita. Si accontentava di poco e lo rendeva comunque magico, si sa.

Ora il giradino sta rinascendo. Da un anno è stato affidato alla Asso.gio.ca. (l’Associazione Gioventù Cattolica di piazza Sant’Eligio), presieduta da Gianfranco Wurzburger chespiega: «Ce l’abbiamo quasi fatta. Ma manca l’aiuto di tutti voi perché sia definitivamente restituito alla città». E ha lanciato una colletta, un crowdfunding, per portare a termine i lavori. Sono già a metà dell’opera. Lo spazio che sarà restituito al quartiere, ad uso soprattutto di bambini ed anziani, appartiene all’Arciconfraternita dei Pellegrini che l’ha affidata in comodato d’uso all’associazione. Si trova alle spalle della chiesa di Santa Maria della Verità, meglio nota come Sant’Agostino degli Scalzi. È quella che si intravede salendo verso Capodimonte, poco dopo il Mann, sulla sinistra. Attualmente nel giardino è stata condotta un’opera di restauro grazie all’impegno di volontario di alcuni professionisti e con il contributo di Enel Cuore onlus che ha sostenuto circa il 50 per cento dei lavori e da altri benefattori. Ora l’appello ai singoli cittadini. «È sufficiente una donazione, anche minima» precisa Wurzburger che invita ad avvalere della piattaforma https://www.meridonare.it/progetto/adotta-gli-scalzi-unnuovogiardino.

Quando hanno cominciato a ripulire il giardino, risalente al Settecento, era ridotto a una discarica. Era stato tenuto per molto tempo da un contadino-vivaista, ma poi era stato abbandonato a se stesso. Eppure vi era piantato un agrumeto di tutto rispetto che è stato in gran parte recuperato. Ci sono anche noccioli, loti, nespoli. Una parte è coltivata ad orto. Nel rettangolo verde si aggira una colonia di felini di almeno venti gatti che da tempo l’ha eletta a rifugio e roccaforte da cui muoversi per pacifiche scorribande tra i vicoli di Materdei. Tutt’attorno affacciano palazzi storici e la chiesa che per lunghi anni, dopo il disastroso terremoto del 1980, era rimasta chiusa. Da qualche anno è stata riaperta ed è condotta dai Padri Filippini.

Nel giardino ritrovato restano ancora da rimettere in sesto alcuni manufatti agricoli, in particolare un rudere in passato utilizzato come un deposito di attrezzi. Materdei è ricca di oasi come questa che vanno a poco a poco rinascendo. I residui spazi verdi privati sono in gran parte utilizzati, quelli pubblici patiscono un’indifferenza durata decenni. È in corso, però, una positiva inversione di tendenza partita dal basso. Per Marotta non sarà l’oro di Napoli, gli basterà che diventi un orto di Napoli.
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