Pietro Treccagnoli
L'Arcinapoletano
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«Difendi la città»: ecco il primo elenco dei diffamatori di Napoli

«Difendi la città»: ecco il primo elenco dei diffamatori di Napoli
di Pietro Treccagnoli
Martedì 18 Aprile 2017, 20:45 - Ultimo agg. 20:47
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Il Comune ha istituito lo sportello online «Difendi la città» attraverso il quale si invitano i cittadini a segnalare chi diffama Napoli. Da quello che s'è capito lo sportello sarà un vero e proprio «centro di sorveglianza che, grazie alla collaborazione dell'Avvocatura comunale, valuterà iniziative legali per tutelare la dignità del territorio, l'immagine e la reputazione e del popolo partenopeo». 

Ecco, faccio le prime segnalazioni. Sono quasi tutti passati al mondo della verità, da tempo. Il sindaco Luigi de Magistris potrà rivalersi eventualmente sugli eredi.

La malafede che regna generalmente nei contratti è tale che a Napoli, per comprare qualsiasi cosa, è necessario che un forestiero ne dia commissione ad uno del paese che lo capisca, a pena di perdere la pazienza ed essere ingannato irremissibilmente.
Leandro Fernàndez de Moratìn, 1794

Si crederebbe possibile che sulla piazza del castello, di fronte al palazzo reale, e proprio accanto alla chiesa di San Luigi, si trovi una delle cloache più estese di Napoli? Il re, i cui appartamenti danno su questo lato, non può venire al balcone senza portare involontariamente lo sguardo su queste lordure, e i fedeli non possono entrare nella chiesa senza sporcarsi le scarpe.
Benedetto Nardini, 1799  

Andate a Napoli anche voi che, non meno stravaganti degli altri, avete desiderio di tagliarvi la gola o di bruciarvi il cervello per una parola o per uno sguardo con uno sconosciuto e talora anche con il migliore amico.    
Giuseppe Palmieri di Micciché, 1800    

Napoli mi ha accolto con un omicidio.
Percy Bisshe Shelley, 1818    

Mi disgusta il modo di parlare dei napoletani, sembra che tutti piangano o si facciano il verso tra loro, e la lingua è la peggiore di tutta l'Italia.
Sil'vestr F. Scedrin,1819

Durante i giorni felici e dorati trascorsi a Napoli, ho rischiato d'essere assassinato due volte, sono sfuggito per un pelo ai briganti, in mezzo a una scarica di pallottole; se m'avessero preso, m'avrebbero certamente, e come minimo, tagliato il naso e le orecchie; sono stato testimone di quattro duelli, ho rischiato di farne dieci, sono stato in lotta con la Camorra, cui sono sfuggito soltanto per un miracolo.
Alexandre Dumas, 1868

Un'altra strada, le così dette Gradelle di S. Barbara, ha anche la sua originalità: da una parte e dall'altra abitano femmine disgraziate, che ne hanno fatto un loro dominio e, per odio di infelici disoccupate, nel giorno e per cupo odio contro l'uomo, buttano dalla finestra, su chi passa, bucce di fichi, di cocomero, spazzatura, torsoli di spighe: e tutto resta, su questi gradini, così che la gente pulita non osa passarvi più.
Matilde Serao, 1884    

La celebre riviera di Santa Lucia, abitata da marinai e punto di riunione per molta gente svergognata e malvivente, ha perduto molto del suo carattere.
Benito Pérez Galdòs, 1888    

Nei sobborghi di Napoli abbiamo sopportato fin troppi cattivi odori, scene orribili e rumori sgradevoli, per poterne ancora sentire gli effetti pittoreschi ed eravamo sempre contenti di lasciarci alle spalle i quartieri dell'abbandono, sebbene ci sia capitato qualcosa di interessante.
Otto Julius Bierbaum,1902 

Bisogna munirsi di grande pazienza per visitare i dintorni di Napoli. Il viaggiatore che capiti un bel giorno in una qualunque delle cittadine più vicine a Napoli, a Pozzuoli per esempio, e magari in un periodo di bassa stagione, viene istantaneamente identificato come unica speranza di guadagno da tutti i suoi abitanti. Da lui si precipitano guide, vetturini, lustrascarpe, poveri, barcaioli e venditori di ogni genere di ciarpame. Irritarsi per questo sarebbe inutile e anche ingiusto. Ma la gioia del viaggio si perde comunque: infatti, per quanto nobili possano essere i suoi fini, per quanto cavalleresco possa essere l'amore del viaggiatore per il meridione d'Italia, egli tra questa folla chiassosa, fintamente servizievole e intimamente beffarda, si troverà in ogni caso nella ridicola e imbarazzante condizione di "forestiero". Essere "forestiero" è effettivamente un po' vergognoso qui, perché proprio gli stranieri sono poi i principali colpevoli della corruzione di questo popolo sostanzialmente buono. È già più di un secolo che da tutte le parti d'Europa confluisce qui una massa di viaggiatori che con sé non portano nulla, se non il denaro, il desiderio di divertirsi e una passione domenicale per le bellezze della natura. Sono stati loro a creare qui quello stile di vita che attenua perfino il piacere della scoperta di Pompei, e ti fa passare la voglia di visitare anche Sorrento e Capri.
Pavel P. Muratov, 1912

Da ogni vico di Napoli una zaffata di migliaia di anni di vita e di morte, di lenzuola e di orina.
John Horne Burns, 1946

Toledo era invasa dai mendicanti, ne era pavimentata.    
Giuseppe Marotta, 1948    

Nei giorni di scirocco, sotto quel cielo ammuffito e tignoso, Napoli prende un aspetto miserabile e protervo insieme. Le case, le strade, la gente, ostentavano un'insolenza avvilita e maligna. Laggiù, sul mare, il cielo era simile alla pelle di una lucertola, chiazzato di verde e di bianco, madido di quell'umidore freddo e opaco che ha la pelle dei rettili.
Curzio Malaparte, 1949

I poveri di Napoli vivono in centinaia di migliaia nei vicoli, nei seminterrati, in caseggiati affollatissimi, in catapecchie - la loro è una povertà disperata, una monotonia senza fine di giorni e anni che si allungano e si allungano, e non c'è nessuna possibilità di uscirne, di poter cambiare. Le loro donne sono grasse, gonfie. Capisco perché. Non c'è davvero altro da fare se non mangiare e fare figli.
John Fante, 1957    

Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. L'orrore delle strade, l'orrore della gente, la compassione o l'indignazione ogni volta, ma come si fa. Davvero è un posto che non mi dice niente, non ha niente da dirmi, non mi importa niente, perciò trovo inutile venirci.
Alberto Arbasino, 1963    

La vita in un vecchio basso potrebbe anche apparire romantica a uno straniero, ma sono case umide, bui bugigattoli che si affacciano su strade congestionate dal traffico.
Thomas Belmonte, 1976    

Napoli, una città di filosofi ormai ridotta a puro dissennato scontro di sgangheratezze, a un cozzo disperato di stridori, che cancellano qualsiasi immagine di un decente convivere umano.
Guido Ceronetti, 1985

I visitatori attraversano Napoli a occhi chiusi, con il terrore dello scippo, e si precipitano il più rapidamente possibile a Pompei, pensum dei più mortali.
Régis Debray, 1995
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