Pizza e delitti, il diritto alla parola

Martedì 7 Ottobre 2014, 07:56
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Come ai tempi di Giacomo Leopardi, "s’arma Napoli a gara alla difesa de’ maccheroni suoi". Stavolta è la pizza, maltrattata dal lungo servizio tv che le ha dedicato "Report" di Milena Gabanelli. Al di là dei meriti e dei demeriti (ce ne sono entrambi) dell'inchiesta, è scattata l'indignazione dei mangiatori di margherite e marinare. E' partita la mobilitazione, condita per fortuna anche da un filo di autoironia. Ma per lo più si stanno leggendo le solite difese autocritiche che fanno molto Napoli, la Napoli dei cliché, dico, quella che piace (fingendo di dispiacere) fuori di Napoli. Piacerebbe, invece, che tutto questo spirito identitario scattasse, resuscitando dai sarcofagi degli stereoitipi, più spesso, magari per difendere la città da ben altri attacchi e forse anche dal male che Napoli stessa produce e mostra spudoratamente. Allontanandoci dai forni a legna, vale la pena di aggiungere un'altra inquadratura della città. Nei giorni scorsi al Rione Traiano ci sono stati un paio di agguati camorristici, avvenuti di sera e non a notte fonda. Gli investigatori hanno provato a raccogliere testimonianze. Nessuno ha visto. Nessuno sa. Nessuno c'era e se c'era non ha sentito. E' quella che chiamano omertà (quando sono cattivi) o paura (quando sono buoni). Però, quando alle tre di notte, un carabiniere ha sparato e ha ucciso un ragazzo in motorino che non si era fermato a un posto di blocco, c'erano decine e decine di testimoni, nonostante l'ora. Tutti avevano visto, tutti erano presenti, tutti sapevano. Sembrava che in quel vialone anonimo, ignorato da Dio e dal potere, fosse in corso un rave party con adolescenti, anziani, padri di famiglia e mamme da sceneggiata. Addò vedono e addò cecano.  Apparentemente i due episodi sono lontani. Unico comun denominatore è Napoli. Però, nonostante la distanza sono inesorabilmente legati all'immagine e al carattere dei napoletani. E forse, anzi sicuramente l'immagine di Napoli è legata al carattere (chiamiamolo carattere per carità di patria) di certi napoletani.
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