L’Italia è un paese di premi letterari. Ce ne sono di ogni tipo. Napoli non è da meno. Ma l’ultimo nato (e non sarà l’ultimo) ha una storia che vale la pena raccontare, perché è il segno di una vitalità e di una solidarietà che percorre le vene della città in modo invisibile, sottopelle. Si chiama premio Decumani, dal nome ormai invalso per il centro antico, l’area greco-romana di Napoli. E’ indirizzato agli esordienti e alle scuole e ha come missione dichiarata la diffusione della conoscenza della lingua napoletana, molto vantata e poco correttamente praticata.
Detto questo, vi chiederete dov’è la novità? La particolarità è nella storia umana che l’ha partorito e ha al centro un uomo solitario e malato e una solerte e affettuosa dottoressa, entrambi accomunati dall’amore per Napoli, un amore che a sua volta è una malattia paradossalmente capace di dare sollievo quando si soffre di malattie serie e purtroppo inguaribili.
Lui è Vincenzo Savignano, che, lo diciamo subito, è scomparso lo scorso febbraio a 76 anni. Una grande passione per la storia, l’arte e la propria città, una vita da scapolo prima piena di affanni, poi l’insegnamento e una pace economica nella quale coltivare la passione per la letteratura. Scrive due brevi romanzi e pubblica una raccolta di poesie. Ma sceglie di restare sempre ai margini, per poter viaggiare, fino a quando si ammala e vive la malattia con grande inquietudine e depressione, fino a che, dieci anni fa, si affida a Claudia Pizzi, medico di base e oncologo.
Tra medico e paziente si sviluppa un rapporto di amicizia molto stretto, tanto che, quando Savignano finirà i suoi giorni, lascia in eredità alla Pizzi tutto quanto possiede, facendone la sua delegata ed erede universale. Non è una cifra straordinaria, ma basta alla dottoressa per dar vita a qualcosa che conservi la memoria di un uomo schivo, ma appassionato: il premio Decumani, intitolato così perché il cuore di Napoli era la meta costante delle passeggiate di Savignano.
Quando mi è stata raccontata questa storia e mi è stato chiesto di dare una mano non mi sono tirato indietro, accettando di presiedere, a titolo simbolico disinteressato e gratuito, la premiazione. Nella sua freschezza e genuinità, con una scelta dettata dal cuore di persone semplici, fuori dal mondo spesso chiuso dei cenacoli letterari, mi è parso subito un atto significativo, piccolo e grande nello stesso tempo.
E’ stato quindi bandito un concorso per inediti, rivolto agli scrittori ed ai poeti che sono interessati a celebrare Napoli e la sua cultura e agli studenti della scuola media Nicolini-Di Giacomo, frequentata da molti ragazzi della zona in cui abitava Savignano. Il premio ha ricevuto il patrocinio del Consiglio Regionale della Campania e del Comune di Napoli. Presidente dell'associazione che si occupa del concorso è ovviamente Claudia Pizzi, mentre il vicepresidente è Giuseppe Fragna, medico anche lui e poeta in lingua napoletana.
Chi vuol saperne di più e vuole partecipare può leggere qua: https://www.facebook.com/premiodecumani/ oppure www.premiodecumani.it .
L'Arcinapoletano
di
Decumani, un premio nato dal piccolo grande cuore di Napoli

di Pietro Treccagnoli
Mercoledì 25 Gennaio 2017, 17:04
3 Minuti di Lettura
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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