E' arrivata la nuova colatura di alici di  Cetara

Lunedì 8 Dicembre 2014, 17:35
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La colatura di alici di Cetara è arrivata: in questo fine settimana si è proceduto alla tradizionale spillatura di quella preparata nel 2014 con Enzo Vizzari, Gennaro Esposito e il presidente di Slow Food Campania Giuseppe Orefice. L’obiettivo è ottener eil riconoscimento europeo della dop. Una sintesi del miracolo di Cetara degli ultimi 20 nel corso dei quali grazie a forti individualità, ha creato la nascita di un piccolo borgo gastronomico del mare nonostante la crisi della pesca. La colatura di alici è un esaltatore di sapore che si ottiene attraverso un procedimento molto antico basato sulla filosofia di recuperare tutto quello che è edibile per poter sopravvivere. Sullo spaghetto, pur nella varie versioni, è un vero capolavoro, ma la colatura raffora, se usata in piccole dosi, i pesci insapori pescati nell’Atlantico o le vongole anemiche a cui ci siamo dovuti abituare dopo l’inserimento sul mercato di quelle asiatiche, più grosse e più sceme. La colatura è magnifica sul letto di patate e sugli ortaggi invernali, strepitosa in altre preparazioni di primi piatti. Ogni anno ci facciamo la stessa domanda alla quale diamo la stessa risposta in base al principio repetita iuvant: se nel piatto avete questo cibo nel biccheire avete bisogno di un bianco salato, amaro, assolutamente acido. È il nostro punto di vista, ma basato sulla esperienza: bianchi morbidosi vengono ben presto surclassati dalla potenza del cibo. Di fronte alla rustica e invasiva colatura sono necessari bianchi ricchi di personalità. Vanno bene anche quelli non eccessivamente macerati, come il Fiano di Bocella. Bene, benissimo, i bianchi di Ettore Sammarco che non a caso trovate nei locali di Cetara, ma anche alcune Falanghina del Sannio: Ciabrelli, Oppida Aminea, Rillo, Corte Normanna, Cantina di Solopaca, La Guardiense. Ossia di quelle impostate sulla freschezza e la sapidità. Certo, è un gran bel mangiare, tipico della Vigilia di Natale o di stasera, viglia dell’Immacolata. Scatenatevi pure e godete di questo abbinamento invidiato dagli dei.La colatura di alici di Cetara è arrivata: in questo fine settimana si è proceduto alla tradizionale spillatura di quella preparata nel 2014 con Enzo Vizzari, Gennaro Esposito e il presidente di Slow Food Campania Giuseppe Orefice. L’obiettivo è ottener eil riconoscimento europeo della dop. Una sintesi del miracolo di Cetara degli ultimi 20 nel corso dei quali grazie a forti individualità, ha creato la nascita di un piccolo borgo gastronomico del mare nonostante la crisi della pesca. La colatura di alici è un esaltatore di sapore che si ottiene attraverso un procedimento molto antico basato sulla filosofia di recuperare tutto quello che è edibile per poter sopravvivere. Sullo spaghetto, pur nella varie versioni, è un vero capolavoro, ma la colatura raffora, se usata in piccole dosi, i pesci insapori pescati nell’Atlantico o le vongole anemiche a cui ci siamo dovuti abituare dopo l’inserimento sul mercato di quelle asiatiche, più grosse e più sceme. La colatura è magnifica sul letto di patate e sugli ortaggi invernali, strepitosa in altre preparazioni di primi piatti. Ogni anno ci facciamo la stessa domanda alla quale diamo la stessa risposta in base al principio repetita iuvant: se nel piatto avete questo cibo nel biccheire avete bisogno di un bianco salato, amaro, assolutamente acido. È il nostro punto di vista, ma basato sulla esperienza: bianchi morbidosi vengono ben presto surclassati dalla potenza del cibo. Di fronte alla rustica e invasiva colatura sono necessari bianchi ricchi di personalità. Vanno bene anche quelli non eccessivamente macerati, come il Fiano di Bocella. Bene, benissimo, i bianchi di Ettore Sammarco che non a caso trovate nei locali di Cetara, ma anche alcune Falanghina del Sannio: Ciabrelli, Oppida Aminea, Rillo, Corte Normanna, Cantina di Solopaca, La Guardiense. Ossia di quelle impostate sulla freschezza e la sapidità. Certo, è un gran bel mangiare, tipico della Vigilia di Natale o di stasera, viglia dell’Immacolata. Scatenatevi pure e godete di questo abbinamento invidiato dagli dei. Una sintesi del miracolo di Cetara degli ultimi 20 nel corso dei quali grazie a forti individualità, ha creato la nascita di un piccolo borgo gastronomico del mare nonostante la crisi della pesca. La colatura di alici è un esaltatore di sapore che si ottiene attraverso un procedimento molto antico basato sulla filosofia di recuperare tutto quello che è edibile per poter sopravvivere. Sullo spaghetto, pur nella varie versioni, è un vero capolavoro, ma la colatura raffora, se usata in piccole dosi, i pesci insapori pescati nell’Atlantico o le vongole anemiche a cui ci siamo dovuti abituare dopo l’inserimento sul mercato di quelle asiatiche, più grosse e più sceme. La colatura è magnifica sul letto di patate e sugli ortaggi invernali, strepitosa in altre preparazioni di primi piatti. Ogni anno ci facciamo la stessa domanda alla quale diamo la stessa risposta in base al principio repetita iuvant: se nel piatto avete questo cibo nel biccheire avete bisogno di un bianco salato, amaro, assolutamente acido. È il nostro punto di vista, ma basato sulla esperienza: bianchi morbidosi vengono ben presto surclassati dalla potenza del cibo. Di fronte alla rustica e invasiva colatura sono necessari bianchi ricchi di personalità. Vanno bene anche quelli non eccessivamente macerati, come il Fiano di Bocella. Bene, benissimo, i bianchi di Ettore Sammarco che non a caso trovate nei locali di Cetara, ma anche alcune Falanghina del Sannio: Ciabrelli, Oppida Aminea, Rillo, Corte Normanna, Cantina di Solopaca, La Guardiense. Ossia di quelle impostate sulla freschezza e la sapidità. Certo, è un gran bel mangiare, tipico della Vigilia di Natale o di stasera, viglia dell’Immacolata. Scatenatevi pure e godete di questo abbinamento invidiato dagli dei.
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