L'Associazione Verace Pizza: o è così o non è napoletana

La Convention dell'Associazione Verace Pizza Napoletana ha messo un punto fermo: il disciplinare va benissimo così e dopo 30 anni mantiene tutte la sua attualità.

In questi ultimi due anni di crisi l'Italia ha scoperto la pizza e, non avendo la tradizione di Napoli, è avvenuto per questo cibo quello che succede sempre: ognuno ha fatto di testa sua. Spsso sgeuendo mode che altro non sono se non mantra di internet.

Nascono così le leggende del lievito madre, delle lunghe lievitazioni, la baggianata della pizza integrale, (ma ci pensate i tortelli e i grissini integrali?), addirittura il senza lievito e tanto altro ancora.

La reatà è che Napoli, con le sue 1400 pizzerie in città e provincia, è la prima in Europa. Con un primato che non potrà mai essere superato: i duecento anni di storia, proprio come lo Champagne dei francesi.

Tutto questo fa la differenza e prima di fare innovazioni bisogna aspettare bene il tempo necessario, così come accade con i disciplinari di vino e olio o formaggi.

L'esperienza insegna che la farina 00, magari con un po' di farina 0 rende al massimo con la pizza napoletanana che è molto idratata.

Così è e così sarà ed è proprio questo disciplinare che rende la pizza napoletana l'unico modello che si esporta nel resto d'Italia e nel Mondo.

Chi si appella a motivi nutrizionali è fuori dalla filosofia umanista del cibo: la pizza è un alimento, non una medicina, che si inserisce in una dieta varia e articolata, com'è. grazie a Dio, quella napoletana, fatta di legumi, ortaggi, carne, pesce. Insomma: tutto. Ed è dal suo bilanciamento che viene la salute.

Anni fa si diceva che lo zucchero bianco accendeva l'intelligenza. Oggi è un prodotot del Demonio. Così vanno le cose nell'era globale.

Meglio affidarsi alla tradizione allora, una pizza alla settimana, ma anche due, con un buon pomodoro, un buon olio, buona mozzarella, non può che essere il massimo della vita.