La dieta dei poveri è diventata la dieta dei ricchi!

Domenica 15 Marzo 2015, 12:06
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Negli ultimi quindici anni è avvenuto un vero e proprio scambio delle parti tra le classi sociali. I ricchi sono alla ricerca spasmodica di alimenti integrali, ortaggi e frutta biologica e biodinamica, allontanano i dolci e le carni rosse come se fossero il virus dell’Ebola. Gli strati sociali più deboli economicamente invece si riempono di patatine fritte, cibi ottenuti da farine raffinate, grassi idrogenati, carni di tutti i tipi anche più volte al giorno. Uno scambio delle parti ben visibile del resto anche nell’alta ristorazione che sta al consumo quotidiano del cibo come la Formula Uno al mercato delle auto. Ossia è un indicatore di tendenze e di sperimentazione: nei ristoranti stellati del Nord ormai la carne è in via di estinzione, al Noma al massimo si mangiano cavallette fritte e pelle di maiale, i vegetali sono diventati invece l’alimento più ricercato e costoso su cui si esercita l’inventiva dei cuochi. Negli ultimi anni questa divaricazione alimentare, potremmo anche dire americanizzazione alimentare, è stata accelerata dalla crisi per cui non bisogna essere il Tiresia della gastronomia per affermare che la partita per la Dieta mediterranea ormai è persa. Del resto basta andare in un qualsiasi negozio alimentare del Sud e dello stesso Cilento per vedere che la maggior parte delle merci alimentari è fatta di prodotti industriali zeppi di grassi di origine animale e di zuccheri raffinati. Le multinazionali hanno individuato qui il grande business creando la domanda con prezzi sempre più bassi. Un po’ come è avvenuto con i telefonini, prima prodotto di lusso, adesso di massa.
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