Luciano Pignataro
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Spaghetti all'assassina o frittata di pasta?
l'arte del recupero è virtù, non vergogna

Spaghetti all'assassina
Spaghetti all'assassina
di Luciano Pignataro
Giovedì 25 Agosto 2016, 07:48 - Ultimo agg. 28 Agosto, 18:22
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Sentite questa: "trattare gli spaghetti all’Assassina come un piatto di pasta avanzata, scarfata (riscaldata) e abbrustolita in padella è un vero oltraggio".
Lo scrive una signora che fa la food blogger.
Ecco, il cibo mi appassiona tantissimo perché permette di studiare la millefoglie antropologica in cui è stratificata la nostra società.
Nel dibattito gastronomico internazionale, e dunque anche italiano, la cultura dell'antispreco, del recupero non è una vergogna, ma una virtù. Lo è per le mille ragioni etiche che non stiamo qui a ripetere, lo è, dal nostro punto di vista, soprattutto per una questione di gusto. Mai nessuno chef professionista si sognerebbe di usare una espressione del genere con tono spregiativo, come se "scarfare" la pasta fosse una diminutio, sia pure in una simpatica polemica estiva spesa sull'autenticità di una ricetta.
Da sempre la cultura tradizionale gastronomica dei ceti più poveri italiani, sì, quella che ha relegato nel museo i piatti di una aristocrazia che non è stata neanche capace di badare alle proprie terre rinunciando al ruolo di esempio e guida sociale, è centrata sul recupero.
Le nostre mamme ci hanno insegnato a come rendere saporiti i piatti che avanzavano dal giorno prima.
In questo la cucina del Sud è un esempio di passato moderno, di ricette a cui attingere con orgoglio, non con vergogna.
Gli spaghetti all'assassina, ricetta barese, ne sono un esempio concreto, è un modo di "arruscare" la pasta avanzata per renderla buona. Certo in una società che spreca cibo questa può sembrare una diminutio. Ma solo una visione provinciale e retrò, figlia del consumismo degli anni '60-'80, può vederla così.
A Napoli l'arte del riciclare si traduce nelle frittate di pasta e tutti sappiamo che piuttosto che mettere una pasta al forno a microonde per riscaldarla bisogna ripassarla in padella.
Certo, il mondo è bello perché è vario. Sarebbe più bello se si coltivasse la cultura del risparmio e l'orgoglio delle proprie origini. Non per rinchiudersi, ma per stare meglio insieme agli altri.
Perché il vero oltraggio è lo spreco.
 

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