L'ultimo treno per la Campania

Mercoledì 30 Dicembre 2015, 16:40 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 20:17
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Qualche settimana fa a Brussels, una delegazione proveniente da Napoli ha celebrato l'approvazione del programma destinato a promuovere lo sviluppo della Regione Campania. Anche se l'approvazione ha fatto tirare un sospiro di sollievo a chi deve aver temuto di perdere quello che è considerato l' "ultimo treno" anche prima di esserci salito sopra, c'è poco da festeggiare per almeno tre diverse, pesanti ragioni: 1) il programma è l'ultimo su 205 che sono finanziati con il fondo europeo di sviluppo regionale ad essere stato approvato in Europa per il periodo 2014 - 2020; 2) la dotazione di 4, 1 miliardi ne fa, ancora, uno dei programmi più ricchi, ma tale dote è già fortemente ridotta rispetto ai 6,8 miliardi su cui poteva contare il programma precedente per il periodo 2007 - 2013; 3) del resto di quei 6,8 miliardi - spendibili dal 2007 - la Regione - secondo i dati della Ragioneria Generale dello Stato ne aveva speso solo 3,1 ad Ottobre 2015 (quasi due anni dopo la conclusione del preceente periodo). I dati - che attraversano la responsabilità di almeno tre diverse amministrazioni - consegnano l'immagine di un disastro rispetto al quale dovrebbe, persino, essere semplice fare meglio. A patto però di cambiare completamente i musicanti di uno spettacolo finora assolutamente fallimentare: gli "addetti", i cosiddetti "esperti" dei fondi strutturali finora si sono mostrati solo capaci di accumulare mine finanziarie che, ancora, devono essere disinnescate. Rinnovamento e responsabilità di chi gestisce politiche così importanti: se questa cosa semplice non succede, l'ultimo treno porterà solo i non molti giovani rimasti lontani da un territorio senza più prospettive.
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