Anti-depressivi e cocaina,
la cura così non funziona

Martedì 7 Dicembre 2021, 15:27 - Ultimo agg. 15:48
2 Minuti di Lettura

Vivacità, umanizzazione, relazione, legami, cura, desideri, dolore, farmaci, ideologia, disagio, depressione, salute, soggetto. oggetto, formazione, risorse, riformare, blocco, soli, crisi, persone, invisibili, parole, dignità, abbandonati, famiglia, grigio. E ancora: consapevolezza, manifesto, mancanza, personale, reciprocità, privatizzazione, comunità, autonomo, dialogo, condivisione, 180, Basaglia, pregiudizi, diritti, critica costruttiva, accessibilità, contenzione, stigma, adolescenza, complici. Eccole, le parole chiave, che ho annotato alla presentazione di un manifesto per promuovere una riforma della Salute mentale.

«Un'esigenza non più rinviabile», sostengono i promotori dell'iniziativa Sarantis Thanopulos, presidente della Società psicoanalitica italiana (Spi), Angelo Barbato (Istituto Mario Negri), Antonello D’Elia (presidente di Psichiatria Democratica), Pierluigi Politi (ordinario di Psichiatria all'Università di Pavia), Fabrizio Starace (presidente Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica).

Per dimostrarlo, basta qualche dato indicato sabato scorso, nel corso del convegno organizzato per presentare la prima stesura del documento. 

Ben 2,5 milioni di italiani assumono farmaci anti-depressivi. Poi ci sono quelli che fanno uso di cocaina per sentirsi meglio e solo il 12 per cento dei servizi sanitari specialistici in Italia non pratica la contenzione. Anche le famiglie di alto profilo vivono situazioni drammatiche, come sottolineato dal presidente dell'istituto degli studi filosofici di Napoli, Massimiliano Marotta, intervenuto con tanti operatori del settore, cui si sono aggiunte la deputata ed ex sottosegretaria Sandra Zampa, e Ernestina Martone a nome di un comitato di lotta pronta a rimarcare i problemi nascosti e la necessità di far partecipare i fragili e i loro parenti al processo di revisione delle cure e dei metodi. Un cambiamento, insomma, che passa attraverso percorsi di comunità, meno farmaci e più attenzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA