Maria Pirro
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Superare la paura
di volare in 2 mosse

Superare la paura di volare in 2 mosse
di Maria Pirro
Sabato 16 Luglio 2016, 11:47 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 22:31
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Un colpo di stato è appena fallito in Turchia, alla strage dei bambini a Nizza segue l'angoscia per gli italiani dispersi, è il giorno dei funerali delle vittime del binario maledetto in Puglia. E una mia amica prepara la valigia per andare a Pechino: la vita deve continuare.
«Serafina, ma non hai paura di partire?»
«Un po', anzitutto dell'aereo...»

Paura (e voglia) di volare. Per Serafina e altri amici (anche viaggiatori insospettabili),  l'aereo fa più paura del rischio attentati, e spesso le due angosce si amplificano: l'una rafforza l'altra. «A bordo una crisi di panico può avere effetti incontrollabili e portare tachicardia, sudorazione, vomito. Ma l'ansia non a livelli patologici può essere superata», chiarisce Antonella Scorza (nella foto), psichiatra e psicoterapeuta dell'Asl Napoli 1, che suggerisce rimedi semplici: «E' utile per esempio informarsi sul tipo di velivolo, chiedere al personale di bordo se si verificano turbolenze o se si hanno dubbi (uno di questi è di solito dovuto alla condensa, sotto forma di fumo, che esce dai bocchettoni dell'aria condizionata), e trovare una distrazione piacevole come può essere ascoltare musica o vedere un film per non sentire il rumore dei motori ed evitare che il timore di "cadere" diventi una ossessione». Un altro consiglio è non bere tea o caffè. Ed è utile chiacchierare con il vicino. 



C'è poi l'«effetto 11 settembre», più complicato da gestire. Scorza spiega: «Dall’ 11 settembre, la paura del terrorismo genera tensione e insicurezza, che si aggiunge alla preoccupazione di doversi affidare a uno sconosciuto e a un mezzo di trasporto nell'immaginario ancora considerato non così tanto affidabile. Queste situazioni di grande sofferenza sono molto imbarazzanti e inducono a evitare in modo assoluto di salire su un aereo, causando frustrazione. Spesso solo parlarne può generare angoscia, e un trattamento mirato può includere sedute di psicoterapia focale e l'uso di psicofarmaci ma per breve durata».

Il primo passo resta avere una vera motivazione per viaggiare, darsi un tempo adeguato tra la "cura" e la partenza, e lavorare sulle proprie capacità di autostima e autocontrollo. Aggiunge la dottoressa: «Possono essere utili anche i corsi tenuti da alcune compagnie aeree che hanno l'obiettivo di informare sul funzionamento dei veicoli anche con brevi voli di prova». In questi percorsi, l'ex pilota US Air Force, Tom Bunn, con Soar, il suo programma terapeutico, punta in particolare sull'ossitocina, l'«ormone dell'amore» (l'articolo è su Quartz, la traduzione di Floriana Pagano su Internazionale). Solo il desiderio, solo la passione può superare tutto.

Per approfondire:
Il libro sulle "Cento cose da sapere"
Il corso "Voglia di volare"
Il corso "Paura di volare"
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