Maria Pirro
Prontosoccorso
di

«Diabete, già a nove anni:
effetto obesità da lockdown»

«Diabete, già a nove anni: effetto obesità da lockdown»
di Maria Pirro
Giovedì 3 Dicembre 2020, 10:08 - Ultimo agg. 22 Marzo, 15:05
3 Minuti di Lettura

C'è una nuova forma di diabete, che colpisce gli adolescenti a Napoli, in Campania, nel Sud. «Ed è diversa dal tipo 1, autoimmune, classico dei bambini», avverte il docente dell'Università Vanvitelli, Dario Iafusco: «Il diabete mellito tipo 2 è sempre più frequente tra i ragazzi. Già dai nove anni. Per effetto dell'obesità». Ed è diffuso al punto che se ne sta occupando anche il Gruppo di studio della Società italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siepd).

Si parte da un dato consolidato: l'obesità segue il Pil regionale, ovvero i bimbi grassi sono concentrati in regioni e realtà più povere. Fare sport o andare in palestra ha un prezzo, la dieta mediterranea è più costosa del cibo spazzatura e, se non bastasse, i bimbi restano davanti alla tv o al pc, quando entrambi i genitori lavorano. Fino ad ammalarsi. I più a rischio, sono i ragazzini che hanno la circonferenza addominale superiore alla metà della propria altezza. «E il lockdown non ha fatto bene a tutti i bambini e agli adolescenti campani, perché li ha resi ancora più sedentari», prosegue Iafusco, che mette in guardia anche dai pericoli dovuti alla maggiore quantità di cibo cucinato dalle mamme a casa in smart-working.

Poi ci sono i ritardi nella diagnosi, per la paura e le misure più complesse di accesso in ospedale ai tempi della pandemia. Di questo soffrono anche i bambini con diabete mellito tipo 1, dovuto alla distruzione autoimmunitaria delle beta cellule del pancreas. All'inizio, i bimbi presentano un aumento della quantità di urine (poliuria) provocata dalla glicemia più alta e dalla comparsa di glucosio nelle urine e dal conseguente aumento della sete. «Se non si interviene subito - spiega Iafusco - l'organismo, che non può più utilizzare il glucosio per la carenza di insulina, usa i grassi». L'effetto, in questo caso, è il dimagrimento, anche da disidratazione, che può portare al coma. Per evitarlo, già dal lockdown di marzo, il team del Centro regionale di Diabetologia pediatrica Stoppoloni della azienda universitaria Vanvitelli, diretta da Antonio Giordano, ha immediatamente organizzato i consulti in modalità telematica e girato anche un filmato per spiegare i sintomi, che devono spingere a rivolgersi ai pediatri per un controllo della glicemia (possibile anche in farmacia o al pronto soccorso).

Il video, diffuso su Facebook, YouTube e Instagram oggi ha i sottotitoli in inglese, perché ripreso dai siti di Juvenile Diabetes Foundation (Jdf) e la International Society of Pediatric and Adolescent Diabetes (Ispad). «Tuttavia, la diffusione del filmato non ha impedito l'arrivo di bambini in gravi condizioni», afferma il docente, che dà, però, anche una buona notizia: i bambini con diabete non hanno ben poche possibilità di contrarre il Covid-19. Ciò ha portato la Siepd a pubblicare le linee guida per il rientro a scuola, precisando che il bambino con diabete mellito tipo 1 non deve essere considerato un «fragile» e non deve prendere particolari precauzioni, oltre a rispettare le normali regole imposte a tutti gli studenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA