Maria Pirro
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L'antibiotico non cura
l'influenza e fa danni

L'antibiotico non cura l'influenza e fa danni
di ​Maria Pirro
Giovedì 19 Gennaio 2017, 10:15 - Ultimo agg. 20 Marzo, 21:21
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Abuso di antibiotici: è allarme con il picco di epidemia influenzale. Il farmaco è utilizzato da 28,6 abitanti ogni mille in tutta la penisola, erroneamente per tentare di neutralizzare persino il raffreddore. Con la conseguenza che non si guarisce, ma si ha una scarsa o nulla risposta ai cosiddetti “superbatteri” che fanno più di mezzo milione di morti all'anno nel mondo ed entro il 2050 potrebbero essere 10 milioni, più degli otto milioni di morti causati dal cancro.

Delle problematiche e delle possibili soluzioni si discute venerdì 20 gennaio, dalle 10 alle 18, nell'aula magna di Biotecnologie all'Università Federico II di Napoli (in via Tommaso de Amicis, 95) al congresso 
«La nuova sfida dell’infettivologia: la antimicrobial stewardship», promosso con il patrocinio della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). «Circa la metà degli antibiotici viene assunta senza una reale indicazione», sottolinea Guglielmo Borgia, presidente del congresso e direttore di Malattie infettive del Policlinico. Se l’Italia è ai primi posti per il consumo di questi farmaci, e di conseguenza per la percentuale di ceppi resistenti, la Campania ha tassi addirittura superiori alla media e, per contrastare il fenomeno, si punta sul programma "antimicrobial stewardship", l’ottimizzazione di ogni singola terapia.

«Il programma consiste nella creazione di un team in cui consulenti infettivologi, con la stretta collaborazione di microbiologi, igienisti, farmacisti ospedalieri, farmacologi, in modo sistematico, valutano l’appropriatezza delle prescrizioni», spiega Ivan Gentile, responsabile scientifico del congresso.  Aprono i lavori: Vincenzo Viggiani, manager del Policlinico, con il direttore amministrativo Natale Lo Castro e il direttore sanitario Gaetano D'Onofrio, Luigi Califano, presidente della Scuola di Medicina dell’Università Federico II, e Antonio Chirianni, presidente nazionale Simit.

S
ul tema, è utile un vademecum, sotto forma di Faq: domande e risposte per sintetizzare documenti scientifici e divulgativi pubblicati in materia.

A cosa servono gli antibiotici?
Combattono le infezioni batteriche come la polmonite da pneumococchi o le infezioni del torrente sanguigno da stafilococchi. Ma non esiste un farmaco efficace contro tutti i tipi di microbi: sono oltre 15 le diverse categorie che si distinguono per struttura chimica e azione battericida. Un farmaco può essere utile contro un solo tipo o più tipi.
Che cos'è l'antibiotico-resistenza?
Un problema grave si ha quando i batteri si rafforzano a seguito di mutazioni genetiche, sopravvivono dopo la cura di antibiotici e continuano a proliferare, allungando il decorso della malattia, richiedendo maggiore assistenza, trattamenti alternativi e più costosi. Stime europei (Ecdc, dati preliminari) sul numero di decessi direttamente attribuibili a infezioni in ospedale dovute ai più comuni batteri multiresistenti indicano che costituiscono da un terzo alla metà del totale. Per comprendere l'estensione e la velocità di propagazione del fenomeno in Italia, basti dire che tra il 2008 e il 2013, la klebsielle resistente è passata dall'1 al 35%.
Qual è la prima causa del fenomeno?
L'assunzione di antibiotici modifica la flora batterica: un uso eccessivo e improprio accelera la comparsa e la diffusione di germi resistenti che colpiscono anche chi non ha fatto uso del farmaco.
Perché non si cura così l'influenza?
Raffreddore e influenza sono causati da virus e contro questi microrganismi gli antibiotici non sono efficaci: né riducono la febbre, né fanno smettere di starnutire.
Quali sono gli altri errori diffusi?
Guai ad accorciare la durata del trattamento, riducendo la dose e non osservando la posologia indicata dal medico. Ad esempio, prendendo il farmaco una volta al giorno e non due o tre volte come prescritto: in questo caso la quantità si rivela insufficiente per combattere con efficacia i batteri, che sopravvivono e possono sviluppare resistenza.
Con quali rischi per la salute?
I batteri resistenti a più farmaci possono causare infezioni alle vie urinarie o cutanee, polmonite, diarrea, infezioni del torrente sanguigno. In ospedale c'è anche il rischio di malattie non collegate al motivo del ricovero.
Perché la terapia è un problema?
È necessario ricorrere ad altri farmaci: questo può ritardare l'individuazione della terapia più appropriata e causare complicazioni anche letali.
La situazione sta peggiorando, perché stanno comparendo nuovi ceppi batterici resistenti contemporaneamente a più tipi di antibiotici.


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Per approfondire:
Le linee guida sulla prevenzione
Il sito web europeo
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