Maria Pirro
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«Quello che le donne non sanno: una guida alle scelte consapevoli»

«Quello che le donne non sanno: una guida alle scelte consapevoli»
di Maria Pirro
Lunedì 12 Ottobre 2020, 19:33 - Ultimo agg. 19:43
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Ha il volto più affaticato, ma lo stesso profilo sottile e lo sguardo chiaro: è entrata in ospedale ai tempi delle battaglie femministe. Pronta a difendere i diritti delle donne, come quello di abortire senza le mammane, un principio fino agli anni Settanta negato e anche dopo non garantito a lungo a Napoli. Se ne va in pensione, imboccando una strada solo all'apparenza contraria: presentando il Percorso nascita in una città che continua ad avere il record di tagli cesari (oltre la metà dei parti), lì dove la gravidanza si colloca più tra malattia e business, che nell'ordine naturale della vita. Rosetta Papa, ginecologa e responsabile dell'unità operativa Salute donna dell'Asl, in un presente che richiede, però, un impegno costante. Perché non bastano gli ultimi quarant'anni per tenere insieme la storia. «Grazie alla collaborazione di tutti i componenti del comitato Percorso nascita, abbiamo trasformato una scheda già utilizzata nell'azienda sanitaria in uno strumento agile e al tempo stesso efficace per concretizzare quanto previsto dall'accordo Stato-Regioni e cioè l'integrazione tra punti nascita e territorio, rilanciando il ruolo dei consultori familiari, previsti dalla legge 405 del 1975», spiega.

Ma i consultori hanno ancora un ruolo centrale?

«Rappresentano i punti di accesso strategici per la presa in carico della salute della donna, dalla contraccezione all'interruzione volontaria di gravidanza, con il ricorso alla legge 194, alla menopausa. E, innanzitutto per la gravidanza, la gestione deve essere multidisciplinare e integrata. Con la futura mamma e il suo bambino protagonisti».

In concreto, come?

«Con il Foglio notizie, compilato nel consultorio, la donna viene seguita e indirizzata verso il punto nascita prescelto. Tutti i dati sono inseriti e condivisi in una piattaforma digitale.

Ma l'assistenza non finisce qui».

Come prosegue questo percorso?

«Per le donne straniere è prevista la presenza di una mediatrice, se necessaria. Per tutte è facilitata la donazione del cordone ombelicale, e il monitoraggio punta a sostenerle nell'allattamento al seno e a intercettare i rischi di depressione anche post-partum, rinviando le informazioni e i motivi di attenzione ai presidi sul territorio. Così, ritornano centrali i consultori».

Il piano al momento è in parte operativo.

«Il Foglio notizie è già adottato nei presidi dell'Asl (San Giovanni Bosco, San Paolo e ospedale del Mare) e in altri punti nascita cittadini, mentre la Carta dei servizi che, comprende tutte le strutture dedicate, è quasi ultimata».

Entro quando la pubblicazione della guida?

«Per ottobre, manca poco. Si tratta di uno strumento fondamentale per superare le criticità che le donne continuano ad avere nell'orientarsi tra servizi e strutture».

Quali sono le altre informazioni chiave?

«Le donne spesso non sanno che è importante non usare contraccettivi ormonali qualche mese prima dell'inizio di rapporti potenzialmente fecondanti o cominciare ad assumere l'acido folico anche tre mesi prima del concepimento (con dose di 0,4mg al giorno). E, soprattutto, ignorano gli esami da esami prima e durante la gravidanza, gratuiti in tutti i laboratori. E, consultando la Carta, potranno valutare il punto nascita anche in base al numero dei tagli cesarei effettuati all'anno: questo strumento servirà a stabilire una intesa tra le utenti e le strutture sanitarie e, soprattutto, a rendere le donne più consapevoli delle loro scelte».

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