'Ndrangheta, blitz della Finanza: sei arresti, indagato ex consigliere della Regione Lazio

'Ndrangheta, blitz della Finanza: sei arresti, indagato ex consigliere della Regione Lazio
Martedì 27 Ottobre 2015, 08:36 - Ultimo agg. 28 Ottobre, 12:39
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Sei arresti, quattro dei quali ai domiciliari, 17 indagati, sequestri di immobili, società e conti correnti per un valore di cinque milioni di euro, tra cui tre immobili a Miami e oltre 5 kg di oro e un ingente quantitativo di contanti e una pistola scacciacani, senza il tappo rosso. È il bilancio dell'operazione 'Hydrà condotta dai finanzieri del Comando provinciale e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma e che ha visto come protagonisti Ferruccio Bevilacqua, imprenditore calabrese vicino alla cosca dei Mancuso di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia e Vincenzo Maruccio, ex capogruppo alla Regione Lazio dell'Italia dei Valori.



Maruccio è indagato per riciclaggio: sul suo conto sono transitati 600 mila euro in uscita e 150 mila in entrata dal conto di Ferruccio Bevilacqua, 'ndranghetista trasferitosi a Roma nel 2009 per un obbligo di dimora. Maruccio per l'accusa riciclava grosse somme di denaro di provenienza illecita per l'esponente del clan Mancuso, definito dagli investigatori un 'colletto biancò criminale di un certo livello. Maruccio percepiva una percentuale per il suo ruolo: ad esempio, su un riciclaggio di 12 mila euro ne avrebbe intascati 1.500, oltre il 10 per cento.



I provvedimenti cautelari rappresentano la sintesi investigativa ed il punto di incontro di due filoni d'indagine, condotti, in una prima fase autonomamente, dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, poi riuniti grazie al coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma.



I finanzieri hanno compiuto accertamenti specifici sui conti correnti di Maruccio, già arrestato per peculato nel novembre del 2012, proprio dal Nucleo Valutario. Dagli approfondimenti condotti dal Gico, Maruccio era un prestanome di Bevilacqua come sua moglie, sua madre e la sua collaboratrice domestica.



I finanzieri hanno tenuto a sottolineare come Bevilacqua in realtà non si fosse mai effettivamente dissociato dall'ambiente d'origine, ricevendo le cosidette «imbasciate» sino a Roma, dove aveva creato il suo «impero», nonché partecipando anche a riunioni in Calabria. Da evidenziare il contenuto di alcune intercettazioni: «Siamo sempre vicini, siamo sempre una famiglia, questo non c'è dubbio: una famiglia piena di affetto, di bontà e di trasparenza e di perbenismo».



Dalle indagini è emerso inoltre come Bevilacqua, nonostante avesse abbandonato il territorio d'origine, abbia proseguito nell'attività di usuraio, cominciando ad investire i proventi illeciti nel mercato legale romano, acquisendo, sempre tramite prestanome, importanti e note strutture societarie romane, operanti prevalentemente nel campo della ristorazione, in particolare nella zona di Piazza Bologna, nonché immobili in Italia e all'estero negli Stati Uniti e in Svizzera.



Bevilacqua ha diretto tutte le attività illecite, avvalendosi anche dei figli nonché di altri fidati collaboratori e soggetti compiacenti, tra cui, su tutti, il citato Maruccio e Rocco Anello, già consigliere della Provincia di Catanzaro e candidato alla carica di sindaco di Curinga (Catanzaro), nelle elezioni amministrative del 2013. Ciò attraverso la tecnica di intestare fittiziamente beni e di attività a terzi compiacenti, al fine di schermarne l'effettiva

titolarità.



Sequestrati bar, ristoranti, pescherie, attività di commercio di orologi, tutti nella zona di Piazza Bologna e tra i locali in mano agli arrestati anche il noto «M'addubbai» di Via Livorno. Sotto sequestro anche 3 società di diritto svizzero, operanti nel settore immobiliare e del commercio in genere, nonché 3 lussuose ville site a Miami Beach, negli Stati Uniti.

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