Cosenza, madre e figlia uccise
per vendetta nel cimitero

Cosenza, madre e figlia uccise per vendetta nel cimitero
Lunedì 31 Ottobre 2016, 08:44 - Ultimo agg. 17:11
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Sono state uccise barbaramente, colpite mentre erano in un luogo sacro quale è un cimitero, a pregare per i propri cari. Una vera e propria esecuzione portata a termine con determinazione nonostante la presenza di tante persone. Sono state uccise così Essa Costabile, di 77 anni, e Ida Attanasio (52), madre e figlia, raggiunte da una decina di colpi di pistola calibro 9x21, alcuni dei quali sparati alle spalle, mentre erano nel cimitero di San Lorenzo del Vallo, paese a 60 chilometri a nord di Cosenza. Le donne erano la madre e la sorella di Francesco Attanasio, un 31enne detenuto dal 2 maggio scorso perché reo confesso dell'omicidio di Damiano Galizia, anche lui di San Lorenzo del Vallo, ucciso in un appartamento di Rende, perché, a detta dell'omicida, vantava un credito di cui pretendeva il pagamento. Una vicenda che potrebbe essere all'origine dell'esecuzione portata a termine, pensano gli inquirenti, forse da una sola persona.

La prima a cadere, secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano e del nucleo investigativo del reparto operativo di Cosenza che conducono le indagini - sul posto sono intervenuti anche gli uomini della squadra mobile di Cosenza - è stata la mamma. Mentre Ida Attanasio, con ogni probabilità, ha provato a fuggire, perdendo una scarpa e inseguita dal sicario che poi l'ha finita. Un duplice omicidio non solo efferato ma anche «sfacciato» perché commesso in mezzo a decine di persone. Ma nonostante questo, nessun testimone. Tutti sono fuggiti al sentire gli spari. Tanto che il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla ha lanciato un appello: «chi ha visto collabori, anche in forma anonima chiamando le forze dell'ordine. Quello che è accaduto potrebbe succedere anche a chi era presente perché ha visto gli assassini. Quindi potrebbe accadere anche a loro e nessuno li può proteggere».

Facciolla ha anche avviato un contatto operativo con la Dda di Catanzaro e la Procura di Cosenza (competente per l'omicidio commesso ad Acri). L'obiettivo è stabilire se - come pensano in molti - il duplice omicidio sia una vendetta nei confronti di Francesco Attanasio. La sua vittima, Damiano Galizia, secondo gli investigatori, sarebbe stato vicino a persone gravitanti nell'ambito della criminalità organizzata di San Lorenzo del Vallo ed in particolare alla cosca Presta. Attanasio, nello stesso periodo dell'omicidio, aveva anche indirizzato la polizia verso un box in uso a Galizia nel quale furono trovate sei mitragliatrici, due pistole mitragliatrici, un fucile mitragliatore, un fucile a pompa, due moschetti, due fucili, due pistole e migliaia di proiettili.

Quello di Presta è un nome che incute terrore in questa parte di Calabria.
Il boss Franco Presta viene indicato come un killer spietato e sanguinario. E proprio lui - anche se non gli è stato contestato - secondo la Dda di Catanzaro, sarebbe il mandante di un'altra strage di donne. La sera del 16 febbraio 2011 vennero trucidate nella loro abitazione Rosellina Indrieri, 45 anni, e la figlia Barbara (26). Il figlio di Rosellina, Silos, rimase ferito mentre il capofamiglia, Gaetano De Marco, si salvò casualmente ma fu ucciso in un agguato il 7 aprile. Per gli inquirenti sarebbe stato proprio Franco Presta il mandante per vendicare la morte del figlio Domenico, ucciso il 17 gennaio precedente, al termine di una lite per un parcheggio, da Aldo De Marco, fratello di Gaetano.

 
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