Migranti in mare, gli scafisti in hotel: bloccati mentre cercavano di prendere una stanza

Migranti in mare, gli scafisti in hotel: bloccati mentre cercavano di prendere una stanza
Migranti in mare, gli scafisti in hotel: bloccati mentre cercavano di prendere una stanza
Venerdì 11 Gennaio 2019, 10:23 - Ultimo agg. 21:32
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I 51 migranti che avevano trasportato avevano rischiato la morte poco prima, ma loro, ignari, erano già in hotel a prendersi una stanza, come dimostra il video dei Carabinieri che ha già fatto il giro dei social. I due presunti scafisti della barca arenatasi ieri a Torre Melissa, Crotone, due russi di 43 e 25 anni, sono stati arrestati in un albergo in cui erano entrati prendendo alloggio per cercare di sfuggire alla cattura.

I due russi si erano presentati al portiere di notte con documenti palesemente falsi e senza timbri di ingresso in Italia, particolare che ha insospettito l'impiegato, che ha assegnato loro una stanza per prendere tempo ma nel frattempo ha chiamato i Carabinieri. I militari, intanto, erano giunti in hotel seguendo le tracce lasciate da entrambi sulla vicina spiaggia: nei loro babagli hanno trovato denaro e strumenti per la navigazione.


COSA È ACCADUTO Hanno rischiato di morire a pochi metri dalla terraferma e se sono salvi lo devono a decine di semplici cittadini che non ci hanno pensato un momento a gettarsi in mare per portarli al sicuro. È quanto é accaduto a 51 migranti di etnia curda che - sicuramente ignari delle polemiche politiche sugli sbarchi e della sorte di loro simili che su navi Ong hanno vagato per settimane nel Mediterraneo - sono arrivati all'alba sulla costa crotonese, nella frazione Torre di Melissa.

Il primo sbarco del 2019 in Italia, su una rotta, quella balcanica, che, di fatto, è sempre andata avanti senza subire fermate. Una rotta su cui navigano prevalentemente piccole barche a vela che riescono, per dimensioni e forgia - sembrano navi di croceristi - a sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine. Un flusso praticamente ininterrotto che porta a riva piccole quantità di essere umani, provenienti prevalentemente dalla Turchia, dal Medio Oriente o dal Sud est asiatico. Lo scorso anno furono una ventina, in prevalenza sulla costa crotonese, ma anche su quella ionica reggina.

Nonostante gli sforzi e la generosità degli abitanti del posto, però, uno dei migranti è stato inghiottito dai flutti e adesso risulta disperso, mentre i carabinieri della Compagnia di Cirò Marina hanno individuato i presunti scafisti, due cittadini russi di 43 e 25 anni, bloccati in un albergo in cui erano andati a dormire. La barca sulla quale viaggiavano i 51 migranti - tra loro sei donne, tre bambini ed un neonato - si è incagliata a pochi metri dalla costa, nei pressi di un albergo, dopo essere stata abbandonata dagli scafisti e si è rovesciata su un lato.



CITTADINI IN ACQUA Le grida disperate hanno svegliato alcuni residenti della zona. I cittadini non ci hanno pensato su due volte e sono corsi in acqua per portare a riva quei disperati. Anche il sindaco di Melissa Gino Murgi è intervenuto. «Ho visto miei concittadini togliersi il giubbotto per darlo alle persone bagnate e infreddolite» ha raccontato poi. «Tutti, qui, si sono prodigati al massimo. Sono orgoglioso di come abbia funzionato la macchina dei soccorsi e dell'accoglienza, con grande diligenza e professionalità», ha aggiunto.

Il più piccolo degli occupanti la barca, un bambino di pochi mesi, e la madre, sono rimasti intrappolati nello scafo.

In loro soccorso sono giunti i finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone, che sentendo il pianto del bimbo si sono gettati in acqua portando in salvo madre e figlio. Una volta messi in sicurezza, i migranti sono stati trasferiti nel Centro di accoglienza Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto. Per i primi migranti arrivati in Italia del 2019, adesso, inizia il percorso burocratico della richiesta di asilo. Al Centro sono in attesa del piano di riparto del Viminale, ma visto che la struttura è occupata per metà - circa 600 ospiti su una capacità di 1.200 - é probabile che restino in Calabria. La terra i cui abitanti li hanno salvati. 

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