La Calabria continua a bruciare. Il sindaco di Rose: «C'è un regia criminosa»

La Calabria continua a bruciare. Il sindaco di Rose: «C'è un regia criminosa»
di Serafina Morelli
Lunedì 7 Agosto 2017, 18:43 - Ultimo agg. 18:55
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«C'è una regia criminosa per distruggere il patrimonio boschivo calabrese». Ad affermarlo Mario Bria, sindaco di Rose, un paesino nella provincia di Cosenza dove ormai da una settimana sta bruciando un’intera montagna. Alte colonne di fumo si innalzano in più punti, con fiamme che stanno interessando almeno metà del territorio comunale. «Qui c'è un terzo della flotta aerea nazionale - ha spiegato il primo cittadino - 4 aerei e due elicotteri, ma non basta lo stesso. Alcune persone sono state salvate in extremis dalle fiamme e molte famiglie hanno dovuto abbandonare le abitazioni, ormai a contatto con il rogo».

Sono centinaia le persone che sono state allontanate dalle loro case: sul posto oltre ai Vigili del fuoco, anche le squadre della Protezione civile e dell’Esercito. Ora sono pronti a intervenire anche dei mezzi aerei dagli Stati Uniti, per supportare quelli della flotta antincendio nazionale. Ma la situazione continua ad essere drammatica in tutta la Calabria: incendi dolosi si segnalano sia sui monti della Sila che su quelli del Pollino.

E non pare essere solo una casualità. C’è un preciso «disegno criminale», ha sottolineato anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio che ha lanciato un appello ai cittadini: «Chiedo ai cittadini di collaborare attivamente e di denunciare alle forze dell’orine e alle autorità competenti soggetti e movimenti sospetti, per contribuire a stroncare una spirale distruttiva che sta determinando gravi conseguenze per l’intero patrimonio forestale calabrese e mettendo a rischio interi centri abitati e strutture produttive».

Una regia criminale sul quale ora sta indagando anche la Procura di Castrovillari che avrebbe aperto tre filoni d’inchiesta. Morano, San Basile, Castrovillari, Luzzi, Montalto Uffugo, Lattarico, Castrolibero: la provincia di Cosenza è finita sotto attacco dei piromani. «Mentre ci concentriamo sui nostri incendi, partono altri roghi nei comuni vicini - spiega il sindaco di Rose - e questo solo per dividere le forze messe in campo. È possibile anche che tra i volontari che sono scesi in campo per spegnere gli incendi (non mi riferisco ovviamente a quelli della Protezione civile che stanno dando esempio di dedizione ed eroismo) - dice ancora Mario Bria - ci sia invece qualcuno che poi appicca il fuoco».

Intanto sta bruciando anche un’altra montagna nel territorio di Longobucco, nella Sila Greca. I roghi stanno interessando il monte Paleparto ormai dal 25 luglio. Il fuoco ha divorato fino ad oggi tremila ettari di bosco.

Fiamme anche a Cosenza, nel centro storico (in foto). Dal primo pomeriggio brucia la collina di colle Pancrazio, dove sorge il castello svevo. Molte abitazioni sono state evacuate per il denso fumo e una quarantina di persone – soprattutto bambini e suore – sono stata allontanate dalla casa famiglia a ridosso delle fiamme. La situazione è rientrata dopo poche ore. 

Oggi in prefettura si è tenuta una riunione urgente per fare il punto della situazione degli incendi nel Cosentino. «Abbiamo esaminato tutte le possibilità per prevenire l'opera dei piromani – ha spiegato il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao -, perché i tecnici dei Vigili del Fuoco e di Calabria Verde (l'azienda forestale regionale, ndr) ci dicono che gli incendi sono provocati dalla mano dell'uomo». Al vertice erano presenti il capo della protezione civile regionale, Carlo Tansi, e il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, che ha annunciato di aver approntato una unità di crisi ad hoc. Hanno partecipato anche i rappresentanti delle forze dell'ordine e il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo.

Preoccupa anche la situazione incendi in provincia di Catanzaro. Il capoluogo di regione è stato ancora una volta messo a dura prova dagli imponenti incendi che hanno minacciato il nord della città: le fiamme che per fortuna non hanno provocato gravi conseguenze hanno interessato il Parco della Biodiversità Mediterraneo, il Parco ippico Valle dei Mulini e il presidio ospedaliero Ciaccio-De Lellis. «Non posso che esprimere grande preoccupazione – ha detto il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno - per quello che si configura come un vero e proprio attacco criminale al nostro patrimonio ambientale, al polmone verde del Capoluogo, amato luogo di ritrovo per la città  e non solo, riferimento naturalistico, sportivo e culturale che qualcuno vuole danneggiare per colpire al cuore la comunità  di Catanzaro e la sua provincia».
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