Sanità calabrese, bagarre in Aula contro M5S per conflitto d'interessi: Grillo fa retromarcia

L'aula di Montecitorio
L'aula di Montecitorio
Mercoledì 29 Maggio 2019, 22:12 - Ultimo agg. 22:58
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«Onestà, onestà»: questa volta a subire il grido ritmato e ripetuto nell'aula della Camera non sono stati i deputati del Pd o di Fi, ma quelli di M5s, attoniti e silenti per essere passati dal banco dell'accusa a quello degli accusati. A innescare l'inedita scena è stato il decreto sulla sanità in Calabria, per il quale M5s, e in particolare la relatrice Dalila Nesci, sono stati accusati di trovarsi in una situazione di conflitto di interessi. Paradossalmente proprio nel giorno in cui in Commissione Affari costituzionali è iniziato l'iter della legge sul conflitto di interessi su input di un altro deputato pentastellato, Giuseppe Brescia.

In Aula prima il Pd con Enza Bruno Bossio, poi Fi con Iole Santelli e infine Leu con Nico Stumpo, tutti deputati calabresi, hanno rilevato che tra i sette candidati a divenire commissari delle Aziende sanitarie della Regione, vi è un «collaboratore» della relatrice di M5s, Dalila Nesci, anche lei calabrese. Una situazione, appunto, di conflitto di interessi. Nesci ha replicato dicendo che la persona in questione, Gialuigi Scaffidi, è si un suo «collaboratore», ma «non retribuito». Cosa che non ha fatto recedere le opposizioni dal chiedere al ministro di escludere questa nomina.

Viste le resistenze della maggioranza alla richiesta di una presenza in Aula del ministro Giulia Grillo, è partito un primo «onestà, onestà», poi ripetuto nei momenti di maggior tensione. Grillo alla fine è arrivata  e ha attaccato le opposizioni che, quando hanno amministrato la Regione «hanno distrutto la sanità, che è la peggiore d'Italia», mentre i direttori sanitari «che avete nominato voi hanno fatto fallire le Aziende sanitarie». Ma inizialmente nessuna smentita di una possibile nomina di Scaffidi. Con l'Aula divenuta una bolgia, che il presidente Roberto Fico è riuscito a fatica a domare, Graziano Delrio, capogruppo Dem ha insistito nella richiesta di escludere questa nomina; e come lui, le altre opposizioni.

Dato che a questo punto era a rischio l'iter del decreto, Grillo si è prima scusata per i toni concitati, e poi ha assunto l'impegno a non nominare Scaffidi, pur insistendo sul fatto che non si tratta di una situazione di conflitto di interessi.
A concludere una giornata di tensioni (l'esame del decreto proseguirà giovedì) ecco che Ivan Scalfarotto ha preannunciato a Fico la richiesta di un giurì d'onore per le parole sconvenienti pronunciate contro di lui da Massimo Baroni (M5s) durante l'acceso dibattito.
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