Lisa Gabriele, non fu suicidio:
arrestato dopo 17 anni l'ex amante poliziotto

Lisa Gabriele, non fu suicidio: arrestato dopo 17 anni l'ex amante poliziotto. «La soffocò con un cuscino»
Lisa Gabriele, non fu suicidio: arrestato dopo 17 anni l'ex amante poliziotto. «La soffocò con un cuscino»
di Simona Verrazzo
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 07:00
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Un «cold case» risalente a ben 17 anni fa. I carabinieri hanno arrestato a Montalto Uffugo, nel cosentino, un ex agente della polizia stradale, Maurizio Mirko Abate, di 50 anni, accusato di avere ucciso, nel gennaio del 2005, soffocandola con un cuscino, una ragazza di 22 anni, Lisa Gabriele, con la quale aveva una relazione clandestina. Ad arrestare Abate sono stati i militari della Compagnia di Rende, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica. All’ex agente, che fu congedato nel 2019 dopo che si scoprì che aveva rubato la pistola ad un collega, viene contestato l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. 

È una storia dai risvolti drammatici quella che ruota attorno all’assassinio di Lisa Gabriele.

Drammatici per il triste destino della vittima, nata in Germania da una coppia (il padre calabrese e la madre tedesca) che si separò poco tempo dopo, abbandonando di fatto la giovane. Del padre della ragazza si sono perse, di fatto, le tracce. Si sa soltanto che vive in Germania, ma non si conosce la sua città di residenza e cosa faccia. Della madre, invece, si sa soltanto che, poco tempo dopo averla data alla luce, affidò la piccola Lisa ad una sorella del marito. Ed anche della donna, da quel momento, non si è saputo più nulla. Poi nella vita di Lisa arrivò l’incontro con Abate, già sposato ed in procinto di diventare padre. Nacque una relazione tormentata, caratterizzata dai comportamenti dell’ex poliziotto improntati spesso a violenza ed aggressività. La storia tra Lisa e Maurizio andò avanti per alcuni mesi fino a quando l’uomo, in coincidenza con la nascita del figlio, decise di troncare la relazione. Poi il terribile proposito omicida, che fu messo in atto il 7 ottobre del 2005 mentre i due, presumibilmente, si trovavano in un appartamento di Montalto Uffugo. 

Abate avrebbe soffocato la ragazza con un cuscino. Poi, con la complicità di una persona che si sta cercando adesso d’identificare, portò il corpo della giovane in un bosco, lasciando sul posto alcune bottiglie vuote di whisky ed alcune confezioni di psicofarmaci per fare credere che la giovane si fosse suicidata. Abate, in un primo tempo, la fece franca potendo contare, tra l’altro, a quanto pare, su appoggi all’interno degli ambienti investigativi dell’epoca legati, come lui, ad una loggia massonica deviata. E così, nel 2009, l’indagine sulla morte della giovane fu archiviata. Ma nel 2018 venne riaperta sulla base di un esposto anonimo presentato alla Procura della Repubblica di Cosenza, opera con tutta probabilità di un collega di Abate che lo conosceva molto bene ed era informato anche delle sue vicende private. La salma di Lisa fu riesumata e sottoposta, con tecniche particolari, a nuovi accertamenti. Ne scaturì così l’incriminazione di Abate e la richiesta al Gip da parte della Procura di emissione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico dell’ex poliziotto. Provvedimento che è stato eseguito dai carabinieri. 

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