Luca Gallo è stato arrestato. Per il presidente della Reggina Calcio si ipotizzano i reati di autoriciclaggio e omesso versamento dell'Iva. L'arresto da parte della Guardia di Finanza in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma. Luca Gallo, oltre ad essere il presidente della squadra di calcio calabrese, opera anche nel settore dei servizi di sostegno alle imprese per la gestione e la fornitura del personale. I militari del nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf stanno eseguendo una serie di perquisizioni e sequestri.
Luca Gallo colpito da un malore, per il presidente della Reggina «condizioni preoccupanti»
Gallo è stato posto agli arresti domiciliari.
Gdf: «Gallo ha acquistato la Reggina con evasione Iva»
Le indagini che hanno portato all'arresto di Luca Gallo hanno riguardato i flussi finanziari tra le numerose società facenti capo all'indagato. Il core business, dicono gli investigatori, è rappresentato dalla somministrazione di manodopera, in particolare dalla fornitura e gestione di personale messo a disposizione di imprese terze, dislocate su tutto il territorio nazionale e operanti nei più svariati ambiti, dalla ristorazione ai servizi alberghieri, dalla pulizia alle attività di logistica e facchinaggio. Complessivamente, le società rientranti nel sequestro impiegano oltre 1700 dipendenti.
«Gli odierni provvedimenti - spiega la Gdf - traggono origine da indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Roma alla Guardia di Finanza e da attività svolte in sinergia con l'Ispettorato Nazionale del Lavoro nei confronti di società riconducibili all'indagato, nei cui ambito veniva accertato lo svolgimento di un'attività di somministrazione di personale ricorrendo allo schema del fittizio appalto di servizi e l'autofinanziamento dell'attività d'impresa attraverso il sistematico omesso versamento delle imposte, in particolare dell'Iva e delle ritenute, nonché dei contributi relativi ai lavoratori dipendenti».
E in questo contesto Gallo era già stato destinatario, nel 2021, di un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dal Gip del Tribunale di Roma per quasi 7 milioni. Dai successivi accertamenti, dice ancora la Finanza, «sono stati acquisiti gravi elementi indiziari in ordine al sistematico "reimpiego" di cospicue somme provento dall'omesso versamento dell'Iva per acquisire il controllo e la gestione» della Reggina, che «non è oggetto della misura cautelare emessa dall'Autorità Giudiziaria».