Eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di due imprenditori del settore agricolo, di origini calabresi, provenienti dalle province di Catanzaro e Crotone, ma da anni trapiantati in Toscana. I due sono indagati per i reati di riciclaggio e associazione di stampo mafiosa per avere impiegato nella propria attività denaro, per un importo di almeno 1.500.000 euro, riconducibile ai traffici criminali della 'ndrangheta e in particolare della cosca Grande Aracri di Cutro e alla locale di Petilia Policastro affiliata all'organizzazione.
Sulla base dell'ipotesi investigativa, nell'ambito dell'indagine condotta dalla Dia, e della Squadra Mobile della Questura di Firenze e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica, vagliata dal giudice per le indagini preliminari, i due indagati si sarebbero messi a disposizione delle cosche calabresi per consentire investimenti e impieghi di proventi derivanti dalle attività criminali della 'ndrangheta.
Tutta l'attività d'indagine ha trovato ulteriori riscontri volti a consolidare l'ipotesi investigativa sia nella ricostruzione degli investimenti effettuati in Toscana, sia nei legami con soggetti appartenenti alle cosche calabresi.