Regionali, Calabria nel caos:
due mesi al voto e zero candidati

Regionali, Calabria nel caos: due mesi al voto e zero candidati
di Adolfo Pappalardo
Sabato 16 Novembre 2019, 08:00 - Ultimo agg. 13:31
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Puoi guardarla da qualsiasi prospettiva la situazione politica calabrese ma il risultato non cambia: a poco più di due mesi dal voto in Regione non c'è il candidato. Tra veti e controveti su qualsiasi nome salti fuori, è una lotta ad escludere. Una sorta di «Dieci piccoli indiani» che ancora non vede la fine. Vale per il centrosinistra, per il centrodestra e pure per i grillini che, per di più non sanno ancora se andare soli o inseguire un patto con il partito di Zingaretti. Anzi Luigi Di Maio, ministro e capo politico del movimento fondato da Grillo, ieri sera dice: «Faremo delle riunioni importanti per decidere sulle regionali. Quando ho incontrato i rappresentati di Emilia e Calabria nessuno mi ha detto andiamo con il Pd». Ma nemmeno lui smentisce o asseconda un patto sul modello umbro.

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La situazione più esplosiva si registra nel centrosinistra a trazione Pd che con un governatore uscente, in teoria, doveva avere più benzina nel motore. Ma invece nulla perché il partito di Nicola Zingaretti si è infilato in un cul de sac clamoroso. Prima dell'Umbria, infatti, è qui in Calabria che il Nazareno ha lanciato il laboratorio politico con l'M5s che si è poi realizzato in Umbria. Un disegno affidato al commissario regionale democrat, il campano Stefano Graziano, per dare il ben servito al governatore uscente Mario Oliverio (eletto con il Pd 5 anni fa e con la tessera del partito appena rinnovata). Far fuori lui per trovare un nome alternativo da scegliere con i grillino. Prima il nome di Pippo Callipo, l'imprenditore del tonno, che tre giorni fa ha smentito: «C'era stato soltanto un pour parler ma niente di più». Doccia fredda, anzi freddissima, per i democrat anche se un paio di sere fa un altro imprenditore calabrese ha varcato la porta del Nazareno per parlare con Zingaretti: l'editore Florindo Rubbettino accompagnato dall'ex governatore Agazio Loiero. «Eletto consigliere in una civica di Forza Italia a Soveria Mannelli, dove il Pd è all'opposizione», attaccano rabbiosi alcuni dirigenti democrat calabresi che hanno preso la ventilata candidatura di rubbettino come uno schiaffo in volto. E, ieri, sono letteralmente esplosi. «L'impostazione seguita dal commissario del Pd in Calabria e dalla stessa segreteria nazionale del partito in vista delle elezioni regionali, è incompatibile con gli intenti e le linee politiche del Pd». Per tale motivo, un gruppo dei componenti calabresi dell'assemblea nazionale democrat eletti con la mozione Zingaretti che sostengono la ricandidatura del governatore uscente Oliverio ieri hanno scritto al segretario e all'ex premier Gentiloni per annunciare che non andranno alla convention di Bologna. Denunciano «l'ostinazione nella ricerca di improbabili candidati civici» e rilanciano: «Zingaretti, invece, venga in Calabria». E quindi è molto probabile che il governatore uscente alla fine si possa candidare con una formazione civica in alternativa al Pd.

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Il diritto di scelta nella coalizione spetta a Forza Italia ma anche qui non c'è accordo. Il partito di Berlusconi, infatti, vuole il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ma c'è un veto di Matteo Salvini. «Se ha il Comune in bancarotta, come fa a fare il governatore? È come candidare la Raggi a fare il presidente del Consiglio», attacca il leader leghista che non ne vuole sapere dell'azzurro e chiede a Forza Italia di sceglierne un altro. E quest'ultimi da ieri iniziano ad ipotizzare il nome del magistrato Caterina Chiaravalloti, attuale presidente del tribunale di Latina e figlia dell'ex governatore azzurro Giuseppe.

Il Pd, comunque, riceve ieri un'altra doccia gelata dai grillini locali. «Non avevamo nessuna voglia di dialogare con il Pd in Calabria e non abbiamo voglia neanche ora», spiega la deputata M5s Paolo Parentela, tra l'altro coordinatore della campagna elettorale alle Regionali in Calabria. E sull'ipotesi Rubbettino su cui il Pd nazionale puntava per chiudere l'accordo pure chiude: «Nulla contro l'editore ma non basta scaricare Oliverio all'ultimo minuto per mettere una persona della società civile e tentare di cancellare i disastri causati dal Pd. Inoltre non ci sono più neanche i tempi per poterci sedere e dialogare con loro».
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