Tremilatrecento case abusive edificate venti anni fa, case in nessun modo condonabili nonostante sorgano in zona senza alcun vincolo e abitate da famiglie non abbienti, che non hanno altre sistemazioni. Sono i cosiddetti «abusi di necessità», una situazione ormai esplosa nei tre comuni del Casertano di Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Casapesenna, quasi un 'unica città senza discontinuità territoriale di circa 45.000 abitanti, il cui tessuto edilizio oltre ai centri storici è costituito quasi esclusivamente da case uni o bifamiliari su piccoli lotti di terra; e il fenomeno riguarda quasi 10mila persone, ovvero il 20% della popolazione. Il due settembre scorso una di queste abitazioni dove vivevano le famiglie di due fratelli disoccupati con quattro bimbi piccoli, non ancora completata, è stata abbattuta a Casal di Principe.
Ci sono state proteste, e il sindaco Renato Natale si è dimesso, e non è ancora tornato sui suoi passi. A Casal di Principe sono in totale 1.400 le case abusive da abbattere e tuttora abitate da famiglie non abbienti - per 250 ci sono gli ordini esecutivi di demolizione - a San Cipriano d'Aversa, sono 1600 le case abusive da demolire, mentre a Casapesenna sono trecento. Il sindaco di San Cipriano Vincenzo Caterino, ha così scritto una lettera, condivisa anche con quello di Casapesenna Marcello De Rosa, ai ministri Mara Carfagna (Sud e Coesione Territoriale), Luciana Lamorgese (Interno), Andrea Orlando (Lavoro), Marta Cartabia (Giustizia) ed Enrico Giovannini (Infrastrutture), per spiegare il perché della contrarietà agli abbattimenti, che ha portato Natale a dimettersi.
«L'abusivismo edilizio è un fenomeno che ha molti distinguo - scrive Caterino - tuttavia la nostra attenzione riguarda solo gli abusi edilizi comunemente definiti 'abusi di necessità'.