Grandi opere fermate dalla discariche sepolte. Non fa eccezione il casello autostradale "Maddaloni-Interporto" sulla A30 Caserta-Salerno: lo svincolo aprirà al traffico presto (entro e non oltre il primo semestre del 2024), ma prima si dovrà procedere all'ennesima bonifica per la rimozione di rifiuti interrati (batterie esauste e terreni contaminati dagli acidi), sottostanti l'area dove sorge la rotatoria di accesso. Dovranno essere riesumati e rimossi i rifiuti speciali (compresi scarti di carrozzerie) e conferiti in discariche autorizzate.
Diversamente, l'accesso principale all'A30 Caserta-Salerno e al futuro nuovo "Gate Interporto Sud Europa" non potrà essere riaperto. Poiché i lavori di completamento proseguono a ritmo sostenuto, il Comune (in qualità di ente attuatore dell'opera) e Autostrada per l'Italia, ente committente e cofinanziatore, hanno aperto un tavolo tecnico e siglato un accordo per pianificare la bonifica e finanziarie l'intervento.
Per costruire il nuovo svincolo Autostrade per l'Italia ha già rimosso ben tre discariche presenti da decenni in via Santa Fede (strada che costeggia l'autostrada) e sottoposte a sequestro dai Carabinieri e della Guardia di finanza. Anche Rfi, per la costruzione della linea ferrovia Av/Ac Bari-Napoli, ha dovuto superare enormi difficoltà per la presenza di tre discariche di rifiuti sepolte e una di amianto a Montedecoro. I rifiuti interrati hanno rallentato anche la costruzione del "metanodotto Strettola-Maddaloni" realizzato da SnamGas.
Completate invece tutte le ricerche archeologiche nell'area dove sorgerà il casello autostradale: rimosso un intero cimitero, recuperate le vestigia di una chiesa rurale e le tracce delle attività rurali dell'"ager campanus»" di età tardo imperiale. Sulle medesime aree costruite anche le campate per i ponti di scavalco della sede autostradale e predisposti l'area del casello ad alta automazione, pedaggi e uffici amministrativi, casse automatiche per contanti, telepass, viacard e tessere abilitate.
Ma le grandi opere sono anche grandi opportunità perché consentono di recuperare siti archeologici perduti. È accaduto con l'Appia antica, grazie alle ricerche sul tracciato della Napoli-Bari, ed è accaduto con la costruzione dello scalo merci Maddaloni-Marcianise. Portata alla luce una villa romana unica nel suo genere: nata nell'età repubblicana e ampliata fino al VI secolo dopo Cristo., è emersa durante gli scavi e la costruzione dello scalo merci ferroviario Maddaloni-Marcianise. Coperta e adeguatamente recintata aspetta di essere adottata. «Faremo di tutto annuncia Angelo Lustro (Filt-Cgil regionale) - affinché questo gioiello non sia oggetto solo di una manutenzione periodica o occasionale. Oggi, le erbacce sono tornate ad inghiottire le vestigia e anche a proteggere i reperti dagli occhi indiscreti di predatori. Faremo di tutto affinché Rfi affidi in adozione il monumento ad associazioni culturali».
L'appello non è caduto nel vuoto. L'invito, non raccolto dalle scuole e dalle due pro loco locali, è stato preso sul serio dall'"Associazione nazionale finanzieri d'Italia" (Anfi) di Maddaloni. «Nell'ambito dei nostri compiti statutari spiega il presidente Peppe Farina - siamo disponibili ad avviare un'azione di tutela come stiamo facendo, in collaborazione con la Provincia, per il recupero e la manutenzione dei sentieri dell'Acquedotto Carolino dalle sorgenti del Fizzo fino alla Reggia di Caserta. Una sfida analoga l'abbiamo raccolta lavorando alla valorizzazione e recupero del tronco del Carolino interrato da San Benedetto a Caserta fino a Montedecoro».