Accusato di disastro ambientale, assoluzione bis per l’ex sindaco Antropoli

Il medico-chirurgo è stato scagionato da tutte le accuse al termine di un processo con rito abbrevisto

Carmine Antropoli
Carmine Antropoli
Marilu Mustodi Marilù Musto
Venerdì 3 Marzo 2023, 16:46 - Ultimo agg. 6 Marzo, 15:48
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Era stato accusato di disastro ambientale doloso, inquinamento del fiume Volturno e getto pericoloso di cose. Ieri, l’ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Il due volte primo cittadino, difeso dall’avvocato Mauro Iodice, è stato l’unico ad aver optato per il rito abbreviato, gli altri imputati sono tutti a giudizio davanti alla seconda sezione, collegio A del tribunale.

Fra gli imputati ci sono, infatti,  l’ex sindaco Edoardo Centore ed Eleonora Castri.

Questa è una storia ambientale che affonda le radici nel 2016, quando scattano alcune denunce che raccontano di otto pozzetti che raccolgono le acque reflue delle fogne che vengono poi sollevate da alcune pompe e incanalate nei collettori fognari. Poteva succedere spesso, però, che le pompe elettriche, per difetti e problemi di manutenzione, si rompessero e, quindi, le acque finissero nel fiume Volturno. Per gli inquirenti, il mancato controllo dei condotti era configurabile in un reato. 

E così, il decreto di sequestro venne notificato alla fine del mese di novembre del 2018 e, nonostante un interrogatorio di Antropoli nella fase delle indagini preliminari, il pm Mannu chiese il rinvio a giudizio anche per lui. Durante l’udienza del 13 dicembre scorso si era costituita parte civile un’associazione ambientalista, con l’avvocato Gennaro Caracciolo.

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Il pm aveva chiesto la condanna a tre anni di reclusione per l'ex sindaco. Ieri, il gup Grammatica, ha scelto l’assoluzione. «Sono sempre stato tranquillo perché confidavo in una serena valutazione dei giudici», ha dichiarato l’ex sindaco Antropoli. «Anche la richiesta di definire il processo in sede di udienza preliminare, rapidamente, è stata una scelta frutto della consapevolezza della mia innocenza».

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