Giovanni De Stasio è morto:
per 40 anni ha raccontato la politica

Giovanni De Stasio è morto: per 40 anni ha raccontato la politica
di Claudio Coluzzi
Domenica 28 Agosto 2022, 11:00
4 Minuti di Lettura

Si è spento a 82 anni Giovanni De Stasio, a Falciano del Massico, cittadina che tanto amava e da cui era partita la sua immensa curiosità per i fatti e i misfatti della politica. Giovanni è stato lo storico notista politico della redazione de Il Mattino di Caserta che, per circa 40 anni, ha analizzato, sviscerato e proposto ai lettori, quotidianamente, tutto quanto accadeva nei 104 Comuni di Terra di Lavoro. Lo stesso occhio attento lo ha rivolto alla Provincia e a quanto facevano e «non facevano» per il Casertano consiglieri regionali e parlamentari.

«Io sono tra i più prolifici giornalisti italiani - diceva a colleghi ed amici - in vita mia ho scritto 15mila articoli di politica a mia firma».

Ed era vero. Quegli articoli sono tutti conservati, rilegati e custoditi nel suo studio e rappresentano una straordinaria finestra, senza tempo, sulla storia amministrativa recente della provincia di Caserta.

De Stasio ha collaborato anche con Il Giornale di Caserta,  Buongiorno Caserta, La Gazzetta di Caserta e Tv Luna dove curava la rubrica Botta e Risposta con i big della politica. Ma Giovanni non era solo un valente e instancabile giornalista, era anche un uomo acuto, divertente che aveva sviluppato una profonda capacità nel comprendere gli esseri umani. Del resto si era «esercitato» per una vita con politici e amministratori che «affrontava» sempre con rispetto ed equidistanza ma che sapeva anche tenere a bada quando tentavano di sconfinare nel suo campo. No questo Giovanni non lo concedeva a nessuno: di tirarlo per la giacchetta quando doveva scrivere un articolo. E parliamo di articoli scritti a macchina, alla fine di una densa giornata di telefonate, incontri presso le sedi di partiti, confronti in Prefettura. «In questa agendina io ho i numeri di tutti, delle loro case, dei loro uffici, delle loro amiche e li acchiappo quando voglio. Guai se non mi rispondono». Erano altri tempi. Non c'erano i cellulari, non c'erano i social ma Giovanni non dava scampo a nessuno se il «capo» gli chiedeva un'intervista con questo o quel politico. Con lui hanno lavorato a Caserta, sperimentandone le straordinarie doti umane, il compianto Andrea d'Enrico, i colleghi Mimmo De Simone, Nando Santonastaso, Rosaria Capacchione e Francesco De Core, il nostro direttore.

Da un po' di tempo Giovanni De Stasio si era ritirato a Falciano del Massico ma aveva «scoperto» la grande possibilità offerta dai social. Fino a due settimane fa scriveva sul suo blog articoli e analisi di fatti locali e nazionali. Un sorta di «miracolo», proprio lui che all'inizio chiedeva a qualche collega più giovane di riscrivere al pc i suoi articoli battuti a macchina: «Perchè io con questi cosi (i computer) non ci voglio avere niente a che fare». Invece, col tempo (la passione per il giornalismo era così tanta) si era anche piegato alla scrittura digitale. 

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Di successi e riconoscimenti nella sua vita Giovanni De Stasio ne ha avuti tanti. Nel 2000 ottiene l'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica dal presidente Ciampi; nel 2001 ha ricevuto una Targa alla Carriera dalla Provincia di Caserta; nel 2005 l'amministrazione comunale di Falciano del Massico gli conferisce il riconoscimento di cittadino benemerito; nel 2006 il presidente della Repubblica Napolitano gli conferisce il titolo di Commendatore; nel 2016 l'Assostampa di Caserta lo inserisce tra i Senatori della stampa casertana. Al di là della politica  si ricordano le sue battaglie per l'autonomia di Falciano del Massico, per la attribuzione della Denominazione di Origine al vino Falerno, per la valorizzazione del lago di Falciano e il suo inserimento nel novero delle riserve naturali.

Lascia la moglie Angela Di Rosa e i figli Pasquale, Ida e Antonio. L'ultimo saluto domani alle 9,30 a Falciano del Massico, presso la chiesa dei Santi Rocco e Martino. A quanti lo hanno avuto come collega lascia, oltre al dolore, la nostalgia per la sua scrittura farcita di «balene bianche» (la vecchia Dc) e «situazioni magmatiche» quando voleva sottolineare la criticità di un percorso politico. Ciao Giovanni. 

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