Alberi, scempio senza fine:
foglie e rami secchi abbandonati

Alberi, scempio senza fine: foglie e rami secchi abbandonati
di Franco Tontoli
Lunedì 18 Marzo 2019, 12:00
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Dai danni delle giornate ventose di fine febbraio ai recenti interventi massicci di potatura, il verde pubblico cittadino esibisce traumi e ferite e la conferma che spesso i rimedi sono peggiori del male che dovrebbero curare. Il verde a Caserta, tavolo aperto da alcune settimane, a discutere gli agronomi, gli ambientalisti, l'amministrazione civica, a sentirne le tesi hanno tutti ragione e quando questo accade la questione è difficile da risolvere.

Il vento aveva abbattuto alberi e sfrondato viali e l'amministrazione comunale dispone interventi a tutela dei cittadini e delle proprie responsabilità. Si interviene con mano pesante e l'esempio più evidente è il viale Beneduce, via rami e chiome dagli altissimi eucalipti, il panorama oggi è da «day after», tronchi con braccia scheletrite al cielo, sull'aiuola spartitraffico, per quanto è lunga, tutto un deposito di potature e sfalciature a seccare, una cicca di sigaretta e andrà tutto arrosto. Lavori da fare, ma proprio così? Gli agronomi: lavori da fare, magari con più oculatezza. Gli ambientalisti: niente potature e giammai abbattimenti vedi i pini all'innesto di parco Aranci con la strada variante e quelli di piazza Aldo Moro adiacente il corso Trieste , il verde va salvaguardato anche se malandato in salute. Continueranno le polemiche, resta ciò che è stato fatto male. Come al viale Beneduce caratterizzato da filari di eucalipti, tronchi robusti ma rami debolucci, appesantiti da fogliame se ne cadevano al primo soffiar del vento.
 
Potature ogni cinque anni, mai un intervento intermedio, si è sempre passati dalla sfrondata del ciuffo alla rasatura del cranio a zero. E, per restare in tema, dopo la rasatura fatta la scorsa settimana, i capelli, le potature cioè, sono stati lasciati sul suolo come in nessuna barberia decente si fa. Cataste di rami, cumuli di fogliame quasi secco, in alcune zone delle aiuole sono stati seppelliti roseti ed altre specie piantate da abitanti viciniori che la lunga aiuola avevano adottato in proiezione delle rispettive abitazioni. Tutto normale? La rimozione delle potature non doveva essere a carico dell'impresa cui il lavoro era stato affidato? E, in caso contrario, per la rimozione di tutti quei resti che furono eucalipti chi deve intervenire e perché con tanto ritardo?

Al tavolo richiamato delle discussione è sempre mancato il quarto interlocutore, il buonsenso, spesso assente perché, sollecitando interventi periodici e non occasionali e straordinari, deve fare i conti con le finanze comunali che non lo permettono. Succede, quindi che al corso Trieste i filari di «grevillea robusta» continuano a crescere in altezza e larghezza ed anche alle radici che fuoriescono dai marciapiedi, finirà che al primo crollo si interverrà con «sega pesante». Una potatura leggera è necessaria, molte abitazioni hanno balconi e finestre oscurati da alberi; succede anche in via Roma con alberi i cui rami si appoggiano alle finestre dell'Istituto Salesiano.

E succede anche in via Patturelli, all'angolo con piazza Matteotti ancora cresce la smisurata chioma di un albero che spettina i passanti e poco distante un altro esemplare più alto oscura balcone e del tutto la vicina finestra con i rami che penetrano nell'abitazione. Sarà consentito un «fai da te» da parte di quanti si ritrovano stanze invase da ingombrante vegetazione? Crediamo di no, incapperebbero nell'esercizio abusivo di un pur motivato giardinaggio che, invece, tocca ai servizi municipali. Per gli interventi di volontariato, invece, meritato plauso anche dal sindaco Carlo Marino al comitato di «Cittadinanza attiva» di Sala che ha provveduto a piantare alcuni lecci nei presi del ponte, oggi ancora più maestoso e bello di quello d'Ercole, sempre «incerottato».
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