Alessandro di Lullo, a 26 anni mago di finanza e tecnologia

Alessandro di Lullo, a 26 anni mago di finanza e tecnologia
di Maria Beatrice Crisci
Sabato 13 Ottobre 2018, 15:49
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Di anni ne ha solo ventisei, ma il curriculum è da far invidia ai grandi della finanza. Casertano di nascita, formazione al liceo Diaz. Titolo universitario in economia e management alla Cattolica di Milano. Master in finanza all'Università di Honk Hong. Un vero cittadino del mondo. È Alessandro Di Lullo. L'incontro nel centro di Caserta. Una chiacchierata qualche ora prima della sua partenza per Londra, dove si è appena trasferito per lavorare al Cfte, il Center for Finance Technology and Entrepreneurship. È una società fondata da ex banchieri che si occupa di educazione in finanza.

Cosa ricordi degli anni del liceo?
«Ero tanto diverso all'epoca, non ero neanche molto studioso. Ho scelto il liceo soprattutto per la matematica, mi piaceva. Il feedback sul Diaz è molto positivo. Mi sono trovato bene e con molti ragazzi sono ancora in contatto. Dopo la maturità in quattro della mia classe, la quinta E, ci siamo trasferiti a Milano. Ricordo con piacere la professoressa Mariella Narducci di Matematica. Forse è lei che mi ha fatto appassionare alla materia e mi ha fatto capire che potevo fare di più. Che insomma ero bravo. E questo è stato importante. Poi, ricordo la professoressa Virginia Iorio di Lettere. Certo, severa, ma umanamente un punto di riferimento».

Ha deciso subito dopo il diploma di andare via?
«Immediatamente. Non avevo ancora un'idea chiara. Avevo in mente di fare qualcosa di scientifico e mi piaceva l'idea di fare Economia. E così è stato».

Come è andato il primo anno a Milano?
«Pensavo sorride di aver scoperto l'America. Poco dopo mi sono reso conto che era solo un piccolo punto di partenza. Ho avuto la fortuna di fare due esperienze che mi hanno segnato parecchio. Prima l'estate trascorsa a Stanford in California, dove ho appreso un sistema formativo diverso e stimolante. C'erano tantissimi ragazzi, tanti talenti, una atmosfera unica quella che si respira alla Silicon Valley. Qui c'è l'imprenditorialità vera, l'ambizione di cambiare il mondo. È qui che ho capito che volevo di più, non solo in termini accademici e di lavoro, ma di esperienza di vita. Poi sono passato dall'estremo ovest all'estremo est, in Cina. In un ambiente diverso, altro momento formativo, anche a livello personale. Qui mi sono rotto la clavicola. Mi hanno operato a Shangai. Ho vissuto la Cina a 360 gradi. Ho scelto di andare a Nanchang che è una città estremamente cinese. L'Asia mi ha affascinato parecchio. Quindi, sono ritornato in Italia, ma per poco».

Che voleva fare?
«Ero ambizioso. Ero indeciso se continuare con la specialistica in finanza. Volevo entrare in banca, ma volevo anche qualcosa in più dalla vita. Così ho fatto un master in Finanza all'Università di Hong Kong, uno dei trenta migliori master al mondo nel settore. Qui ho avuto anche l'opportunità di fare due stage. Una grande esperienza poi è stata quella di aver seguito il primo corso di fintech in Asia, che sta a significare l'uso innovativo di tecnologie in finanza. Questo corso ha poi condizionato le mie scelte. Ritornato in Italia, a Milano, sono entrato in MedioBanca».
Dove non è rimasto a lungo? «Infatti, non era quello che volevo. Ho deciso di seguire le mie ambizioni. Così nel settembre del 2017 ho fondato la Fintech EduLab, una società che si occupa di formazione sui temi della finanza. E abbiamo creato il primo master internazionale in fintech e innovation in Italia all'Università Lumsa a Roma. Nel frattempo insegno anche alla Cattolica a Milano».

Caserta le manca?
«Mi mancano la famiglia, gli affetti, gli amici».

E per la sua città che farebbe?
«Mi piacerebbe fare qualcosa soprattutto nel campo della formazione. Al momento non la vedo una cosa possibile».

E i genitori?
« Mi hanno capito e supportato sempre, pur non capendo fino in fondo cosa volevo fare. Questo è stato fondamentale per la mia crescita e il mio percorso».

A parte la finanza, altre passioni?
«Si, mi piace cucinare. Ho fatto alcuni corsi proprio a Caserta. Adoro la cucina asiatica, ma ho anche un debole per i prodotti di questo territorio e soprattutto per quelli italiani. A Londra so già che troverò la pizza di Franco Pepe, e sarà come sentirsi a casa».
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