Caserta, alle palme in pericolo
sospese le cure salvavita

Caserta, alle palme in pericolo sospese le cure salvavita
di Franco Tontoli
Lunedì 25 Febbraio 2019, 09:46 - Ultimo agg. 11:09
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Le palme di viale Medaglie d'Oro, due già morte e i tronchi calvi, senza il caratteristico fogliame, sono malinconici torsoli. Delle trenta una decina sono già malate, le altre, senza un intervento immediato, rischiano l'infestazione e, quindi, l'abbattimento.

È il famigerato Rhyincophorus ferrugineus, comunemente conosciuto come «punteruolo rosso», terribile parassita divoratore di questa specie di vegetazione, l'avrà ancora una volta vinta. Sono le palme della lunga aiuola spartitraffico che va dalla intersezione di viale Beneduce col viale che porta allo stadio «Pinto», alla metà degli anni Settanta la loro messa a dimora, di anno in anno sono cresciute ad altezza di alberi propriamente detti, di grande effetto ornamentale hanno reso maestoso il viale di collegamento con l'impianto sportivo, il prato dell'aiuola di mezzeria spartitraffico arricchito di vegetazione adeguata a quella «reclusa» oltre il muraglione del Macrico che corre parallelo. Fino a un paio di anni fa le palme venivano curate con agro farmaci, un trattamento di infusione nel sistema vascolare delle piante a mezzo di un tubicino, una fleboclisi a ogni effetto con i lacci che ancora si notano correre lungo i tronchi. Ma da mesi non ricevono farmaci per insufflazione con compressore, trattamento che durava un paio di ore per tutte le piante.

Gli affetti si vedono, i citati torsoli, le chiome di molte palme appassite, evidente la imminente calvizie che è un allarme per le piante ancora indenni, evidentemente ancora coperte dalle cure che le hanno vaccinate. «È necessario intervenire subito dice Raffaele Mazzitelli, decano dei vivaisti della Campania e dei dottori agronomi del cui ordine professionale è stato presidente . Il famigerato punteruolo rosso fece la sua comparsa in Italia nel 2004, un indesiderato regalo venutoci da piante di cocco importate dall'Asia. Nel 2005 i primi avvistamenti in Campania, qualche anno dopo a un congresso a Roma noi agronomi fummo informati dei primi utili trattamenti per debellare l'infestazione. Trasmisi, a richiesta del Comune di Caserta, queste informazioni a operatori specializzati che iniziarono il trattamento, un impianto fisso di un tubo in ogni pianta e iniezioni a periodi regolari, la cura non costava molto». Nonostante il costo ragionevolmente non gravoso per le finanza municipali, la terapia è stata sospesa da tempo, il viale si avvia al diradamento delle piante ornamentali. Considerata la penuria di fondi che l'amministrazione comunale patisce, ci sono valide ragioni per allertare la sensibilità di altri enti pubblici e di privati per un intervento che contribuisca alla salute di questa vegetazione.

 
I prati di piazza Carlo III, i Campetti antistanti la Reggia, vanno ritrovando lucentezza di verde, le siepi tornano a mostrare i disegni barocchi, i lecci che circondano la vasta area si avviano a essere pettinate come un tempo. Tutto questo a opera della Confindustria, capofila di una cordata di «benefattori» con le aziende del territorio Boston Tapes, Eurogiardinaggio, Getra, Gruppo Boccardi, Firema Titagarh, Ferrarelle, Landolfi e Traettino costruzioni, Proma e Pineta Grande si sono fatte carico dei lavori giunti già alla seconda fase. Il viale Medaglie d'Oro merita altrettanta attenzione considerato che farà da biglietto da visita ai partecipanti alle Universiadi del prossimo luglio, percorso obbligato per lo stadio «Pinto» e per il Palazzetto Provinciale che saranno campi di gara. Per la città che vuole e deve apparire bella e dignitosa come un tempo e indispensabile la collaborazione di tutti quanti possono farsi carico di opere destinate al suo abbellimento e al buon ricordo delle centinaia di atleti e accompagnatori stranieri che la frequenteranno.
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