​Ambulanze e clan, tariffe choc
Malati pagano 300 euro per un km

Ambulanze e clan, tariffe choc Malati pagano 300 euro per un km
di Mary Liguori
Martedì 15 Maggio 2018, 13:25 - Ultimo agg. 15:21
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 «Stai senza pensieri, ho risolto. Se hai ancora problemi fammi sapere». La frase sembra tratta da recenti serie tv sulla camorra, invece viene dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal gip Ferri su richiesta del pm Antimafia Vincenzo Ranieri ed eseguita dalla Mobile di Caserta, diretta da Filippo Portoghese. Misura che ha portato all'arresto dell'imprenditore Luigi Belfiore, titolare della "Croce aversana" ditta egemone nel trasporto in ambulanza per l'ospedale Moscati di Aversa,  e di Augusto Bianco, figlio di uno storico affiliato ai Casalesi. E' sua, dio Bianco, la frase, "Stai senza pensieri". Belfiore e Bianco al telefono si parlano con toni di grande confidenza, chiamandosi a vicenda «fratello». 
Il controllo dei vari reparti del Moscati di Aversa, dall’ortopedia alla gastroenterologia, dal Pronto soccorso alla chirurgia è affidata ad alcuni parenti di Bianco oltre che ai dipendenti di Belfiore. Per controllo si intende il pedinamento dei dipendenti delle ditte avversarie. Che deve avvenire, dice Bianco «Con calma e senza fare bordello». Profilo basso, dunque, anche con i pazienti, ma se c’è da chiedere più soldi di quanti ne sarebbero dovuti, Belfiore si pone un solo problema. Si assicura che i pazienti da trasportare non siano imparentati con esponenti delle forze dell’ordine e fa in modo che i pagamenti avvengano in casa e non in ufficio. Indicativa in tal senso una intercettazione del 2015. «Ha fato storie per il pagamento...», dice un dipendente. «Non ti preoccupare questo non né carabiniere né poliziotto... è uno scemo di Gricignano». Le «storie» del malcapitato sono dovute alla cifra esorbitante che gli viene chiesta per un trasporto in codice rosso: 300 euro per meno di un chilometro, visto che Aversa e Gricignano confinano. Il cliente ovviamente si lamenta «Ha detto che lui vedeva l’illecito perché mi pagava a casa e non in ufficio», spiega il dipendente a Belfiore. Il costo, ovviamente, si spiega con l’egemonia che la Croce aversana di Belfiore si è conquistata nel tempo e alla quale non intende rinunciare «dopo tanti sacrifici», dice il diretto interessato. Un chilometro in ambulanza costa 300 euro perché non ci sono concorrenti e quindi ci si può approfittare della situazione di bisogno, e di emergenza, nella quale si trova il paziente. «Nessun collaboratore si deve avvicinare ai pazienti per contrattare il prezzo del trasporto», si legge, sempre, nelle intercettazioni. 
E guai a chi si frappone tra la «Croce aversana» e il Moscati. Una capossala avrebbe rischiato grosso. Litiga con un dipendente di Belfiore e da quel momento fa di tutto per ostacolarne gli affari. Ma anche in quel caso interviene il giovane Bianco. «Alla gastro ci vengo io a parlare con questa», dice il ragazzo. Non si sa cosa sia successo dopo. Ma nessuno è riuscito a intaccare l’egemonia di Belfiore. Prova che il piano di Bianco probabilmente non aveva margini di errore.
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