Ancora un impianto rifiuti bruciato
è il quarto in pochi mesi: c'è video

Ancora un impianto rifiuti bruciato è il quarto in pochi mesi: c'è video
di Mary Liguori
Venerdì 8 Marzo 2019, 16:14 - Ultimo agg. 18:21
4 Minuti di Lettura

Ci risiamo. Il fuoco torna a colpire un impianto per il trattamento di rifiuti autorizzato. E, ancora una volta, i piromani entrano in azione in provincia di Caserta. Dopo Santa Maria Capua Vetere, Marcianise e Caivano, un rogo distrugge il deposito della BeMa azienda che tratta rifiuti plastici e cartacei, a Villa Literno. L’incendio, divampato nella notte, ha incenerito oltre sessanta tonnellate di balle di spazzatura. Carta, cartone e plastica pressati. Sul posto hanno lavorato per alcune ore i vigili del fuoco di Aversa. Per le indagini, la Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, ha delegato i carabinieri della compagnia di Casal di Principe, diretti dal capitano Luca Gino Iannotti, e i Forestali di Napoli, coordinati dal capitano Rosa Codello. Quest’ultimo incarico, ai militari «in verde» prova che i magistrati sospettano che dietro i roghi avvenuti negli ultimi mesi ci sia una comune regia finalizzata a mettere in ginocchio il ciclo rifiuti ma anche a cancellare le tracce di materiali che confluiscono illegalmente anche nei siti autorizzati. Difficile non ipotizzare un collegamento tra quanto accaduto tra l’estate e l’autunno scorsi e il disastro ecologico della scorsa notte. Una scia di fuoco che ha avuto il suo primo innesco a Casalduni, in provincia di Benevento, e che sta colpendo ciclicamente stir e siti di trattamento. Troppe analogie e troppe sinistre coincidenze. In primis la natura dolosa del rogo di Villa Literno sulla quale gli investigatori hanno pochi dubbi.

Le telecamere danno agli investigatori un’unica certezza. Chi ha appiccato il fuoco è stato in grado di eludere il sistema di sorveglianza perché non si vede nessuno entrare nel deposito prima dell’incendio né qualcuno scappare subito dopo. E, ancora, si evince dai filmati, l’autore dell’incendio conosce bene la struttura tant’è che ha appiccato le fiamme nel centro della zona in cui erano ammassate le balle di rifiuti in modo da scatenare il fuoco con una garanzia scientifica di propagazione. Ma non è tutto. Dall’analisi degli elementi finora raccolti, è chiaro che si tratta dell’azione di una mano molto abile, non di uno sprovveduto, dal momento che non ha lasciato tracce dell’innesco. I carabinieri forestali stanno lavorando anche sulla base di altri video che sono stati recuperati da zone di accesso a via delle Dune dove ha sede l’azienda presa di mira.

L’incendio alla BeMa ricorda per modus operandi quello che ha distrutto lo Stir di Santa Maria Capua Vetere nell’ottobre scorso mentre la storia dell’azienda la accomuna alla Lea di Marcianise dove il rogo è scoppiato dopo il sequestro. L’annos corso, indatti, i sigilli hanno colpito anche l’azienda di Villa Literno. Da un controllo emerse che c’era un quantitativo di spazzatura superiore a quello per il quale la ditta era stata autorizzata. Scattò il sequestro. A ogni modo, saranno le indagini a stabilire cosa è realmente successo l’altra notte mentre gli ambientalisti, ancora una volta, sono costretti a salire sulle barricate. La nube nera che si è levata dalla BeMa dopo l’incendio notturno ha appestato sia via delle Dune che le aree limitrofe fino a sera.

L’azienda appartiene a un incensurato di Caserta, al momento l a BeMa non è coinvolta in nessuna delle inchieste in corso sull’affare rifiuti, inchieste che interessano un’altissima percentuale delle ditte che operano per la pubblica amministrazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA