Amico e ospite fisso del Capua il Luogo della Lingua festival, Antimo Cesaro ha presentato la seconda edizione del suo libro “Caput mortuum. Anatomia della mente e disciplinamento sociale” (Artetetra), in dialogo con il collega Michele Lanna dell'Università della Campania "Luigi Vanvitelli"nella Chiesa dei Santi Rufo e Carponio di Capua.
«È un libro intrigante - ha spiegato Antimo Cesaro, professore ordinario di Scienza e filosofia politica e Teoria del linguaggio politico al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” - che racconta una terribile storia d’amore, ma anche una storia di sangue e un omicidio efferato.
Il volume, infatti,prende le mosse da un terribile fatto di sangue accaduto nel 1800 a Napoli: un efferato omicidio che condusse al patibolo Giuditta Guastamacchia ed i suoi complici. A distanza di oltre cinquant’anni, il medico-frenologo Biagio Gioacchino Miraglia riuscì a farsi consegnare i teschi dei giustiziati, per anni esposti in macabri graticci di ferro alle mura di Castel Capuano. Su quattro di essi l’alienista della Real Casa de’ Matti di Aversa eseguì un esame cranioscopico, stilando un parere frenologico con ampie considerazioni sulla conciliabilità tra libero arbitrio e inclinazione naturale, responsabilità e imputabilità, crimine e follia.
Ma il libro si occupa anche di delitti che, per quanto efferati, non presuppongono spargimento di sangue, ma di inchiostro: per esempio, quelli nati dalla fervida immaginazione e descritti dall’instancabile penna di Edgar Allan Poe. Anche l’enigmatico scrittore di Baltimora si lasciò sedurre dalle rivoluzionarie prospettive che la scienza frenologica sembrava delineare.
Ma Antimo Cesaro, che è stato membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali, deputato e sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività culturali, ha riservato una sorpresa al pubblico della diciottesima edizione del festivalletterario più longevo della provincia di Caserta e che, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, promuove tutto l’anno la scrittura ed i linguaggi della cultura contemporanea ispirandosi al Placito Capuano, primo documento scritto del volgare italiano che vede nella Capua Longobarda del 960 la sua genesi.
«A “L'amaro caso di Giuditta Guastamacchia, l'assassina della Vicaria" abbiamo dedicato un fumetto - ha annunciato Cesaro - realizzato con il sostegno dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli con la quale ho condiviso un percorso di studio sulla follia per tre anni. E volendo avvicinare anche un pubblico di giovani e giovanissimi a queste tematiche, abbiamo scelto una forma di comunicazione semplice e coinvolgente come può essere un fumetto, che porteremo nelle scuole per promuovere un modo insolito di raccontare cose serie. Sempre con il sorriso sulle labbra e la passione per le immagini e lo storytelling».
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