L'appello del vescovo all'assassino di Vincenzo: «Ora confessa tutta la verità»

L'appello del vescovo all'assassino di Vincenzo: «Ora confessa tutta la verità»
di ​Mary Liguori
Giovedì 10 Agosto 2017, 12:04 - Ultimo agg. 11 Agosto, 10:32
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«Abbi pietà del ragazzo che hai assassinato e permetti alla sua famiglia di dargli degna sepoltura, confessa e lascia che il corpo di Vincenzo venga ricomposto». Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, si rivolge a Ciro Guarente, assassino reo confesso del giovane attività gay, Vincenzo Ruggiero.

A più di un mese dal delitto e a dieci giorni dall’arresto e dal ritrovamento di parte del cadavere, l’assassino non ha ancora rivelato dove si trova la testa della sua vittima. Macabri particolari sui quali l’unico indagato per l’efferato delitto tace, rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e in un ostinato mutismo nel quale si è barricato dopo aver confessato il suo coinvolgimento nella fine atroce del 25enne di Parete.

Il vescovo Spinillo si rivolge all’assassino facendosi «interprete del sentimento di smarrimento di fronte a tanta crudeltà nel procurare la morte di un ragazzo. Una vicenda che ha colpito tutta la gente del nostro territorio, soprattutto per l’inspiegabile assurdità di infierire sul cadavere. Voglio cercare di parlare al cuore e all’anima di chi ha commesso questo delitto perché possa essere capace di quell’atteggiamento di umana e cristiana pietà per la quale si va alla ricomposizione del corpo e quindi alla possibilità di offrire sepoltura degna e rispettosa di ogni persona umana nella fede cristiana». Spinillo si rivolge dunque al «cuore» dell’assassino, chiedendogli pietà, quella che Guarente di certo non ha avuto nei confronti della sua vittima quando gli ha sparato due colpi al cuore e poi ne ha distrutto e murato il cadavere. «Ma la pietà - spiega il vescovo di Aversa - è un sentimento che può venire anche dopo aver sbagliato, quando ci si piega dinanzi alla realtà e si ascolta la vita umana per comprenderne la verità. Dopo un errore così grave ci si può redimere. Per questa ragione, faccio appello e chiedo a questa persona che ha compiuto un delitto così efferato di ripensare alla persona alla quale ha fatto tutto questo e alla sua famiglia».
 


E proprio ai parenti di Vincenzo, il vescovo Spinillo ha voluto rivolgere un sentimento di vicinanza. «Esprimo - aggiunge - solidarietà ai genitori di Vincenzo, a tutta la sua famiglia e a coloro che gli volevano bene per l’incomprensibile quanto assurda sofferenza che debbono affrontare. Questa vicenda sia per tutta l’umanità un monito, si guardi al dolore della mamma di questo giovane colpita da un disastro terribile e si comprenda il male che le è stato fatto: ciò deve insegnare a non lasciarsi prendere dalla violenza e dall’ira».

Intanto, mentre si attendono gli sviluppi delle indagini, la madre di Vincenzo ha espresso la volontà che in occasione dei funerali vengano sventolate bandiere arcobaleno, un messaggio di condivisione alla battaglia per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali.

E anche in merito a questo aspetto, il vescovo Spinillo ha lanciato un messaggio di unità. «Nella fede annunciamo la resurrezione, si possono non condividere le scelte di un tipo di vita e un modo di vivere il proprio essere, così come la forma che gli si vuole dare, ma siamo tutti figli di Dio». 

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