Archivio storico di Caserta:
lavori completati, collaudi in ritardo

Archivio storico di Caserta: lavori completati, collaudi in ritardo
di Nadia Verdile
Sabato 27 Aprile 2019, 14:00
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Sala studio dell'Archivio di Stato di Caserta, finiti i lavori si aspetta il collaudo. Chiusa al pubblico dal 12 gennaio 2018 doveva essere consegnata, secondo tabella di marcia della direzione generale degli archivi, a marzo, ora, se va tutto bene, potrebbe diventare funzionante nel prossimo maggio. A deciderne la chiusura, allora, fu proprio la direzione generale degli Archivi e fu dato incarico al Rup dei lavori di adeguamento di tutti gli spazi ex-aeronautica (pianoterra e seminterrato) di porre in atto quanto necessario per la realizzazione dei lavori di adeguamento e di messa in sicurezza. Quasi un anno e mezzo per arrivare alla consegna mentre dei locali per il trasferimento dei documenti dalle varie sedi provvisorie nessuna notizia.
 
Da due anni, era maggio 2017, l'Archivio di Stato di Caserta è stato trasferito a Palazzo reale, ma la gran parte dei documenti continua ad essere in deposito nella vecchia sede, quella in via dei Bersaglieri, in un palazzo per civili abitazioni e nella nuova sede provvisoria, in outsourcing, a Pastorano. Una storia di sedi provvisorie che dal 1972 tiene l'Archivio di Terra di Lavoro in un limbo, senza fine. Due anni fa, sempre a maggio, fu aperto il cantiere per il restauro e l'adeguamento dell'emiciclo vanvitelliano, già caserma Pollio, che dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, ospitare gli uffici e i fondi dell'Archivio. L'emiciclo è un edificio a quattro piani. La zona destinata all'Archivio di Stato si estende in quindici campate. I lavori dovranno recuperare l'intera struttura dell'edificio, nel piano seminterrato dovranno andare i depositi, al primo piano ci saranno spazi per conferenze, consultazione e mostre, mentre uffici e magazzini dovrebbero essere collocati al secondo e terzo piano.

Era il 1995 quando l'emiciclo fu destinato come sede definitiva dell'Archivio. Nel 1999 iniziarono i lavori e, negli anni, fu completato il primo lotto. Poi un lungo e assordante silenzio fatto di diseredati che lo avevano occupato trasformandolo in una discarica. A novembre 2017, Roberto Reggi, allora direttore generale dell'Agenzia del Demanio, fece visitare il cantiere alla stampa. «Questo è un cantiere - disse - che finalmente chiude decenni di abbandono e di degrado che sono stati sotto gli occhi di tutti. Ci sono state precedenti progettazioni ma l'aspetto esterno di questo edificio storico così importante era per la cittadinanza e per i turisti un disastro. Con questo cantiere si chiude un periodo negativo e si avvia un percorso che porterà nel 2019 il trasferimento dell'Archivio di Stato in questa sede prestigiosa che diventerà la casa dello studio, della ricerca, della memoria, come è giusto che sia; il patrimonio documentale e gli uffici saranno concentrati tra l'ex struttura militare e alcuni spazi all'interno di Palazzo Reale creando un sistema cultura facilmente accessibile per studenti e ricercatori». Da mesi i lavori sono fermi, impossibile avere notizie sul futuro degli stessi. «Attualmente ha spiegato il direttore dell'Archivio, Raffaele Traettino non potendo ospitare gli studiosi perché ancora non fruibile la sala studio, andiamo incontro alle loro esigenze facendo copie digitali dei documenti richiesti e inviamo le stesse per posta elettronica».
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