Rifiuti e gare «aggiustate» a Caserta,
tra gli indagati anche il sindaco Marino

Rifiuti e gare «aggiustate» a Caserta, tra gli indagati anche il sindaco Marino
di Marilù Musto
Mercoledì 22 Dicembre 2021, 07:30 - Ultimo agg. 23 Dicembre, 09:42
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«Speriamo che Carlo non cade», sospira Pasquale Vitale mentre torna da Rimini. È l'estate del 2018 e l'avvocato ed ex presidente del Cda di Agrorinasce, consorzio che si occupa di beni confiscati, prega affinché il sindaco di Caserta, Carlo Marino, non sia defenestrato dalla sua maggioranza, in particolare da un consigliere che contro il sindaco aveva lanciato una frase: «Finché non mi rompo le p... e mi dimetto». È esattamente in quegli attimi che il «cuci» e «scuci» della gara d'appalto sulla gestione dei rifiuti nella città della Reggia, sta per tracciare la sua imbastitura. Marino oggi si difende: «Ho chiarito ai magistrati in un interrogatorio. Fui io a far annullare quella gara per costituire una società comunale, in house».

Il «sistema Savoia» per accaparrarsi le gare era semplice. «Lo specchietto per le allodole sai qual è? - si dicono gli indagati al telefono - è dare più punti». Il totem è Pasquale Vitale che personifica la «rete» di rapporti e diventa «filo» che cuce gli incontri fra il commercialista Carlo Savoia (da qui il nome dell'inchiesta) imprenditore del settore rifiuti e il sindaco Carlo Marino del Pd, poi riconfermato alla guida della città a ottobre.

Non due qualunque: il primo, Savoia, è il fratello dell'ex sindaco di Sant'Arpino, già finito in una inchiesta poi archiviata. Mentre il fratello, ingegnere che lavora per le ferrovie, è uscito dalla politica, lui, Carlo, è rimasto sempre all'ombra degli appalti. Il secondo, avvocato votato alla politica, ha segnato la sua ultima campagna elettorale a Caserta con lo slogan che tutti hanno canzonato, considerando le buche in città: «La strada maestra». Ma è anche presidente Anci Campania e vicecoordinatore nazionale dell'Anci. La procura Antimafia e il Noe gli contestano di aver turbato il procedimento del bando di gara e il disciplinare d'appalto del Comune di Caserta dando indicazioni all'impresa per «l'affidamento dei servizi di gestione dei rifiuti urbani», poi pubblicato nel giugno del 2018. Base d'asta: 116 milioni e 302.306,75 mila euro, per sei anni. 

Pasquale Vitale, tuttofare dall'era Cosentino in poi, avrebbe avuto la funzione di fare da trait-d'union tra Savoia e il sindaco Marino. Alla fine, l'appalto, la cui gara si svolse nel 2018 davanti alla stazione appaltante dell'Asmel, non fu aggiudicato. Ed è forse ciò che ha «salvato» il sindaco di Caserta, ora solo indagato. Ma resta «congelato» negli atti dei carabinieri del Noe quel suo incontro a Rimini organizzato da Vitale con il funzionario del Comune Giuseppe D'Auria e Carlo Savoia. A novembre, poi, D'Auria tornerà sul lungomare di Rimini per incontrare Savoia, ma il giorno dopo il Noe gli troverà a casa 6mila euro in banconote da 50, nascoste in un contenitore sotto al letto e nelle borse da pesca. Stessa cosa per Savoia. Nell'abitazione di Sant'Arpino del commercialista, i militari avrebbero scoperto tremila euro stipati nella stufa a pellet. E così, ai domiciliari sono finiti il funzionario del Comune di Caserta, Giuseppe D'Auria (dirigente del Settore Ecologia e responsabile unico della gara) e l'ex funzionario comunale Marcello Iovino che per la Procura avrebbe approvato il bando di gara-disciplinare e il capitolato. Chiamato in Procura, il sindaco Marino «non ha saputo offrire alcuna plausibile spiegazione alternativa al contenuto dei colloqui intercettati», scrivono i magistrati. Eppure, c'è quella frase intercettata da Savoia e diretta alla sua dipendente che dice: «Concentrati su Caserta». E poi, la rabbia per non aver ancora lavorato sulla pratica: «Cioè, voi siete chicaspita però! Cioè,...io... vi danno le carte e neanche va bene?».

Per la magistratura, i Comuni in cui il «sistema Savoia» avrebbe operato son soprattutto delle province di Caserta (Caserta, Aversa, Curti, Arienzo, Cancello e Arnone, Carinaro, Casaluce, Casapesenna, Falciano, Gricignano D'Aversa, Lusciano, Maddaloni, Roccamonfina, San Prisco; Santa Maria Capua Vetere, Sant'Arpino, Sessa Aurunca, Succivo, Villa Di Briano, Villa Literno) e Napoli (Frattamaggiore, Pollena, Arzano, Volla, Acerra, Afragola, Caivano, Cardito, Casalnuovo, Casandrino, Lacco Ameno, Marano, Pimonte, Marigliano), ma ce ne sono anche nel Salernitano (Eboli, Giffoni Vallepiana), nel beneventano (Paduli), in Basilicata (Lagonegro) e nel Basso Lazio (Gaeta e Minturno). Anche il sindaco del Comune di Curti, ieri, è stato arrestato (domiciliari) per aver affidato alla ditta di Savoia la rimozione di cemento-amianto, pneumatici e guaine nei pressi del cimitero. Con una telefonata fra il sindaco Raiano e Carlo Savoia, il primo cittadino avrebbe rassicurato l'imprenditore di favorirlo. Con lui, è finito ai domiciliari anche il comandante della Polizia municipale, Igino Faiella. Solo indagati, invece, coloro che avrebbero «trasformato» l'immondizia in oro: Michele Fontana, Angelo Egisto, gestore di fatto della L.e.a. E poi, Michele Oliviero, gestore di fatto dell'impianto della Bema s.r.l., dove pure venivano smaltiti illecitamente rifiuti. 

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Ma il presunto factotum Carlo Savoia non avrebbe potuto fare molto senza i suoi dipendenti, come Ernesto Scamardella e Anna Scognamiglio della Xeco. La verità è che tutti coloro che dal 2017 hanno avuto contatti con Savoia, sono stati «scottati». Come il Comune di Cardito. Risulta indagato, infatti, anche Biagio Bencivenga, dirigente dell'Ufficio Ecologia del Comune. Così come Nicola Mottola di Lusciano, Eduardo Cotugno e Carmine Gallo. Anche Aversa è fra i Comuni interessati dal pm Fabrizio Vanorio della Dda: indagati sono il dirigente dell'ufficio tecnico del comune di Aversa, Raffaele Serpico e Paolo Galluccio, già assessore ai servizi sociali e consulente del consorzio Cite che avrebbe fornito al commercialista Savoia notizie riservate sulla procedura. 

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