Parole offensive nei confronti del sindaco di Aversa, Alfonso Golia sono state pronunciate da Mariano D'Amore, già assessore, docente alla Parthenope di Napoli e marito di una consigliera comunale. Lo sbotto sul social network Facebook è avvenuta dopo una contravvenzione elevata perché il suo cane non aveva la museruola, nonostante fosse al guinzaglio.
Il verbale è stato elevato da un corpo di guardie zoofile ambientali al Parco Pozzi ad Aversa. «Come sarà chiaro - ha dichiarato d'Amore - qui il tema è (soprattutto) il ricorso dilagante all'esternalizzazione di funzioni pubbliche a favore di soggetti privati». Subito dopo, D'Amore pone delle domande: «Quali le modalità di selezione e affidamento? Come viene reclutato il personale? Possono i privati (un'associazione in questo caso) elevare sanzioni amministrative in nome e per conto del Comune? Viene mantenuto il controllo sull'attività di questi soggetti che hanno la responsabilità politico-amministrativa di quello che fanno? Ad esempio, domenica mattina c'erano 6 unità di personale destinate alla verbalizzazione dei cani al Parco Pozzi, perché non invece al monitoraggio delle discariche abusive o dei fuochi notturni? Per me era un pretesto per aprire una discussione su questi temi».
D'Amore nel post su Facebook ha postato la foto del proprio cane e del verbale rincarando la dose: «Che la lotta alle illegalità fosse un punto cardine e qualificante del nuovo corso promesso dal sindaco Golia - ha scritto - lo sapevamo fin dalla scorsa campagna elettorale. Ma da dove cominciare in una terra martoriata da criminalità e malaffare? Ora finalmente lo sappiamo. L'amministrazione ha chiaramente indicato la sua priorità nel contrasto, senza sosta e senza quartiere, all'illegalità canina. I nostri amici a quattro zampe e i loro padroni sono avvisati».
Impegnato nella processione della Madonna Addolorata, il primo cittadino si è limitato a due battute: «Strana città la nostra. Poi c'è chi dice che non bisogna andare avanti nelle querele». «Certamente aveva scritto d'Amore - il mio Aki, labrador dalla immacolata fedina penale, non era a conoscenza di questa ordinanza».
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