Biodigestore, sì del Comune
ma con 16 milioni di euro in più

Biodigestore, sì del Comune ma con 16 milioni di euro in più
di Daniela Volpecina
Sabato 27 Giugno 2020, 11:00
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Biodigestore anaerobico, il Comune di Caserta accelera dopo la strigliata della Regione Campania. Approvato ieri in giunta il progetto definitivo per l'impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti. Sarà realizzato a Ponteselice, in zona Asi, al confine con i comuni di San Nicola La Strada, Casagiove, Recale e San Marco Evangelista. L'amministrazione Marino torna dunque alla sua prima scelta. Su quest'area era già stato effettuato anche uno studio di fattibilità.

Accantonata, sembra definitivamente, invece l'ipotesi - ventilata ad aprile, in pieno lockdown di Casa Mastellone. Qui, nell'ex cava Fran.Ca., sono appena terminate le indagini di riperimetrazione volute dal Comune per valutarne l'idoneità. Ciò malgrado il sito fosse già stato sottoposto a vincolo idrogeologico perché a rischio frana. I risultati sono stati inviati all'Autorità di Bacino per le valutazioni che, tuttavia, non arriveranno presto. Ma indipendentemente dall'esito degli esami geologici, l'ente avrebbe riscontrato in quest'area problemi di tipo logistico relativamente alla conformazione delle strade di accesso oltre che all'assenza di una rete idrica e fognaria.

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«Non abbiamo mai abbandonato l'opzione Ponteselice - chiarisce il vice sindaco e assessore all'ambiente, Franco De Michele - ma, in accordo con la Regione e parallelamente alle procedure già avviate, abbiamo esplorato delle possibili alternative che fossero meno impattanti sul piano sociale e sull'immaginario collettivo anche alla luce delle numerose proteste e ricorsi che hanno accompagnato la scelta della zona Asi. In attesa dei risultati sulla località Casa Mastellone, Ponteselice continua ad essere, a nostro avviso, la scelta più adatta». I tempi non saranno brevi. Se è vero infatti che i lavori dovranno essere appaltati entro il 31 dicembre 2021, pena la perdita dei finanziamenti europei, è anche vero che l'impianto non sarà pronto prima del 2024.

Tra le novità emerse nel progetto definitivo c'è un incremento di fondi. Oltre ai 26 milioni e mezzo di euro necessari per la realizzazione del biodigestore, che tratterà 40mila tonnellate di rifiuti umidi all'anno, il Comune ha chiesto alla Regione altri 16 milioni e mezzo di euro per mettere in campo gli interventi di mitigazione ambientale anche in virtù della vicinanza alla Reggia vanvitelliana sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale. «Sarà un impianto di ultimissima generazione - fa notare De Michele - dotato di una tecnologia altamente sofisticata e soprattutto sarà pubblico in quanto gestito da una società in house con capitale a totale partecipazione pubblica. Una vera e propria rivoluzione per la nostra città che consentirà finalmente di completare il ciclo integrato dei rifiuti. E soprattutto di ridurre i costi per lo smaltimento. Lo prevede la normativa». Attualmente il Comune paga quasi 2milioni di euro all'anno per lo sversamento della frazione organica nelle piattaforme dedicate.

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E a chi nelle ultime settimane ha sollevato dubbi sulla compatibilità tra la localizzazione del biodigestore a Ponteselice e la realizzazione in viale Ellittico del master plan Grande Reggia incentrato sull'accoglienza turistica, l'assessore replica: «Niente di più falso. Sarebbe sufficiente sfogliare lo studio di fattibilità oppure il piano paesaggistico per rendersene conto. Il punto più alto del biodigestore sarà comunque inferiore ai capannoni industriali già presenti in zona Asi». Il progetto definitivo approvato ieri è già stato inviato alla Regione e alla Sovrintendenza che dovranno pronunciarsi, ma nel frattempo sono già scoppiate le polemiche.

Il primo a puntare l'indice è stato il deputato del M5S, Antonio Del Monaco, che ha già preannunciato una interrogazione parlamentare sul caso: «A Caserta non ci sono siti idonei ad ospitare un impianto di questo tipo denuncia non comprendo pertanto l'accanimento del sindaco Carlo Marino che, in quanto presidente Anci, avrebbe potuto sondare la disponibilità di altri Comuni». Critico anche l'ex sindaco Pio Del Gaudio che contesta il mancato coinvolgimento della città: «È pazzesco che nessun movimento o associazione abbia potuto contribuire con le proprie idee ad impedire questa scelta scellerata». 
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