Biodigestore, il Comune invoca il Tar
contro il no della Soprintendenza

Biodigestore, il Comune invoca il Tar contro il no della Soprintendenza
di Daniela Volpecina
Venerdì 29 Luglio 2022, 12:00
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Biodigestore anaerobico in località Ponteselice, il Comune di Caserta presenta un ricorso al Tar Campania anche contro la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio.

L'ente di derivazione ministeriale ha espresso infatti parere negativo alla realizzazione dell'impianto per il trattamento dei rifiuti organici in via Mattei. «L'area prescelta si legge nella nota del 21 giugno scorso ricade in una zona sottoposta a vincolo ai sensi della legge numero 1089 dell'1 giugno 1939 e del Decreto ministeriale 1956 sulla tutela delle cose di interesse storico ed artistico». L'opera che si intende localizzare a Ponteselice per la Soprintendenza si pone dunque «in contrasto con i principi di tutela che regolamentano le aree vincolate anche perché ricadrebbe in parte nella Buffer zone dell'Unesco ossia in un'area (in questo caso quella più vicina alla Reggia vanvitelliana) che dovrebbe garantire un livello di protezione aggiuntiva ai beni riconosciuti patrimonio mondiale dell'umanità, costituendo pertanto un elemento di grave alterazione del contesto oltre a violare il Piano Territoriale Paesistico che comprende parte di Caserta e San Nicola La Strada». 

Vincoli che, se non rispettati, potrebbero persino spingere l'Unesco a rimuovere il riconoscimento assegnato al Palazzo borbonico nel 1997.

Sarebbe questa, a quanto pare, la principale preoccupazione che allo stato starebbe allarmando gli uffici di viale Douhet ma anche quelli romani della Direzione nazionale. 

Tra le preoccupazioni espresse dalla Soprintendenza infine anche le possibili ricadute in termini di viabilità e traffico - sul sistema viario della vasta area turistica e culturale che comprende la Reggia vanvitelliana e viale Carlo III, anche quest'ultimo sottoposto a tutela. Da qui il diniego che in verità era già stato preannunciato nel gennaio del 2021 con una nota in cui la Soprintendenza accusava il Comune di non averle fornito tutta la documentazione necessaria ad esprimere un parere sulla vicenda, malgrado le sue ripetute richieste.

Una posizione ribadita nuovamente nel dicembre dello scorso anno in un documento ufficiale inviato alla Regione Campania quando fu chiamata ad esprimersi sull'istanza per il rilascio del parere di verifica di assoggettabilità del biodigestore da quarantamila tonnellate annue alla Via (Valutazione di impatto ambientale). Anche in quella circostanza infatti l'Ente ministeriale rispose sottolineando di non essere in possesso di tutta la documentazione integrativa, richiesta invano all'amministrazione comunale, necessaria per esprimere un parere di merito così come previsto dalla legge. 

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Da qui la reazione del Comune di Caserta che ha deciso di impugnare il parere negativo e come si evince dalla determina numero 1353 del 22 luglio scorso, a firma del dirigente Francesco Biondi di conferire all'avvocato Francesco Maria Caianello l'incarico legale per l'avvio del procedimento. Il Comune ritiene infatti che il vincolo citato dalla Soprintendenza non esista in virtù del fatto che le prescrizioni di tutela indicate dall'Ente ministeriale nel suo documento di diniego relativamente alla zona interessata dall'opera, non sarebbero riportate nel grafico del Piano territoriale paesistico e in più l'amministrazione fa notare che non sono mai state rivolte opposizioni al Comune in passato per altre attività edilizie che pure sono state realizzate in quella stessa zona.

È stata fissata intanto per il prossimo 4 ottobre l'udienza dinanzi alla Terza Sezione del Tar Campania in merito al ricorso presentato dal Comune contro la Regione Campania per la revoca del finanziamento - pari a circa 26milioni e mezzo di euro - per la realizzazione del biodigestore. L'ufficio Valutazioni ambientali ha motivato la sua decisione dopo aver riscontrato una serie di ritardi da parte del Comune che non avrebbe rispettato il cronoprogramma procedurale nei tempi previsti malgrado le deroghe concesse dalla Regione che alla fine non ha potuto fare altro «che si legge nella nota della Struttura di Missione rilevare l'incompletezza del progetto presentato». 

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