Il tribunale amministrativo regionale boccia il ricorso della Gesia, la ditta che avrebbe voluto costruire un enorme biodigestore in località Santa Croce, a Teano. Parliamo di un impianto in grado di smaltire oltre centocinquantamila tonnellate di rifiuti l'anno, pericolosi e non, che avrebbe potuto rappresentare un serissimo problema per l'ambiente sidicino.
Dopo una disputa di oltre un anno tra l'ente teanese, al tempo presieduto dal sindaco Dino D'Andrea, e la ditta di Pastorano, ora il pericolo sembra essere definitivamente scampato.
Decisivo ai fini della bocciatura del progetto della ditta è stato il piano urbanistico comunale, voluto fortemente dall'ex sindaco D'Andrea, proprio per scongiurare l'eventuale pericolo. Il Puc teanese infatti, elaborato grazie al contributo dell'ex assessore Pierluigi Landolfi, indica chiaramente l'ex zona Asi di Santa Croce come area destinata all'agricoltura.
«Il piano urbanistico si è rivelato importantissimo», ha spiegato D'Andrea dopo la sentenza del Tar, «abbiamo lavorato fino a notte fonda per ufficializzarlo e scongiurare così il pericolo biodigestore. Per la comunità è una vittoria importantissima, anche perché ottenuta con l'aiuto di tutti, associazioni, cittadini, Provincia e Regione. Se non altro, il prossimo sindaco ora avrà un problema in meno a cui pensare». Esulta anche il comitato NoImp, da sempre in prima linea in questa lunga battaglia contro la Gesia. «È finita bene», hanno comunicato il portavoce Alessandro Lepre e gli altri membri dell'associazione cittadina, «sul territorio di Santa Croce, non sorgerà alcun impianto per lo stoccaggio di rifiuti pericolosi e non. In particolare, nella sentenza è stata riconosciuta la piena legittimazione del comitato all'attivazione delle azioni legali, miranti alla tutela del diritto alla salute ed alla salubrità dell'ambiente. Con sobrietà e perseveranza, per più di cinque anni, il NoImp si è battuto per evitare la realizzazione di un impianto che minacciava quello che resta del tessuto produttivo nostrano. Senza protagonismi di sorta, siamo riusciti ad unire la nostra comunità».