Più gettoni, più indennità e aumenti, ma non per tutti. I consiglieri comunali resteranno a mani vuote e dovranno continuare a rinunciare al 30 per cento degli emolumenti e dei gettoni di presenza nelle singole commissioni. Ferragosto amaro per gli eletti: il segretario comunale e i funzionari del settore finanza hanno bocciato la richiesta, recapitata dai consiglieri comunali (tramite il presidente del civico consesso Francesco Capuozzo), di estendere gli aumenti di stipendio a tutti. Bocciato il criterio di discrezionalità: ammesso l'adeguamento dell'indennità di funzione solo per il sindaco, il suo vice, gli assessori e il presidente del Consiglio.
Le indicazioni della ultima legge finanziaria non ammettono altre interpretazione.
La contestazione è forte. «I malpancisti rivela Angelo Tenneriello (Maddaloni Positivi) soffrono in silenzio e sono tutti appartenenti alla maggioranza». L'opposizione, numericamente molto risicata, infierisce. «Per manifesta inutilità e mancanza di efficacia annuncia Tenneriello abbandoniamo le commissioni consiliari. Sono stati approvati quasi 25 regolamenti. È stato svolto un grande lavoro boicottato dall'amministrazione. Ebbene, visto che tutto questo lavoro è inutile, rinunciamo ai 720 euro di emolumento mensile. Non è giusto spendere o sprecare il denaro dei contribuenti per nulla. Non viviamo di politica e non abbiamo bisogno dei gettoni di presenza». Sembra una provocazione, per amplificare i malesseri della maggioranza, creati dopo il rimpasto. Invece, è il prologo delle nuova guerra sui redditi. Già annunciata la richiesta di adeguamento dell'Anagrafe degli eletti, estesa ai nuovi assessori e ai nuovi consiglieri comunali. Preparata una nuova richiesta formale sulla esistenza di eventuali debiti con l'erario locale dei nuovi assessori. L'appuntamento è per settembre: pronto un lungo elenco di interrogazioni ad personam anche sulle condizioni patrimoniali dichiarate e l'esistenza di condizioni di conflitto di interesse.