Botte dopo la festa a Portico,
fermati il nipote del boss e due amici

Botte dopo la festa a Portico, fermati il nipote del boss e due amici
di Claudio Lombardi
Sabato 10 Settembre 2022, 08:25 - Ultimo agg. 19:54
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La prima spedizione doveva punire. La seconda, intimorire. Pensavano che quel carico di brutalità, di percosse e di minacce avesse loro garantito l'omertà, il silenzio della vittima. Beh, così non è stato. E, dopo quattro mesi di indagini, sono scattati gli arresti. I carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, agli ordini del capitano Alessandro Governale, ieri mattina, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Leon Bifone (nella foto), 21 anni, di Portico, nipote del boss Antonio, per anni capo indiscusso del clan omonimo, e figlio di Mario, e di altri due giovani del posto, sui quali, fatta salva la presunzione di innocenza, pendono gravi indizi di colpevolezza per le ipotesi di reato, in concorso, di lesioni personali aggravate, porto di armi, danneggiamento, tentata violenza privata.

Nella notte tra il 1 e il 2 maggio, dopo la sfilata conclusiva dei carri di pastellessa dell'edizione estiva della «Festa di Sant'Antuono», non lontano da piazza della Rimembranza, i tre avrebbero, armati di un tirapugni di metallo, aggredito con calci e pugni un uomo di 49 anni, facendogli saltare tre denti e provocandogli contusioni in varie parti del corpo.

Non soddisfatti, pochi giorni più tardi, sempre di notte, a bordo di due scooter e di un monopattino, stavolta brandendo una pistola (si presume, giocattolo), avrebbero nuovamente inseguito la vittima per le strade della cittadina, minacciandola di morte e tagliandole la strada, fino a costringerla a fermarsi, stavolta scaricando la loro aggressività sulla vettura.

Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta della Procura della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è il risultato di un'intensa attività investigativa diretta dalla pm Gerardina Cozzolino e svolta sul campo dai militari della stazione di Macerata Campania, guidati dal maresciallo Alfonso Casuccio; attività avviata in seguito alla denuncia presentata dal 49enne. Il suo racconto sarebbe stato confermato dalle dichiarazioni raccolte da persone informate sui fatti e la dinamica dei due episodi, ricostruita grazie anche alla visione dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza installate nella zona. Le successive perquisizioni, sia personali che a casa degli indagati, avrebbero poi consentito di ritrovare, nelle loro disponibilità, un taser a forma di tirapugni e una pistola a salve, compatibili con quelle utilizzate dagli aggressori. Gli inquirenti escluderebbero che Bifone e gli altri abbiano dei complici; ciò che non è ancora chiaro di questa storia è, invece, il movente.

Durante la domenica della festa, i carabinieri erano già intervenuti a Portico in seguito a due risse, con un paio di contusi, scoppiate, nell'euforia generale, fra bande di ragazzi. Non si può escludere, al momento, che i raid ai danni del 49enne siano in qualche modo la scia di quegli episodi: sotto l'effetto dell'alcool e non solo, a volte, basta uno sguardo o una parola di troppo e parte il pestaggio. Un'altra ipotesi è che si sia trattato di un vero e proprio regolamento di conti, forse, legato a un debito non coperto o al giro delle sostanze stupefacenti. Ora, i tre arrestati sono in attesa dell'interrogatorio di garanzia: è un momento fondamentale, poiché rappresenta il primo contatto che le persone sottoposte a misura cautelare hanno con il giudice, sia per difendersi sia per fornire elementi utili alle indagini.

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