«Il popolo di Terra di Lavoro merita rispetto»: sono le parole dello striscione che ha aperto ieri sera a Caserta la fiaccolata degli allevatori bufalini, giunti nel capoluogo della Reggia con decine di trattori, parcheggiate tra piazza Vanvitelli, sede della prefettura, e davanti al Monumento ai Caduti, vicino alla Asl. Due luoghi scelti perché rappresentano istituzioni coinvolte, nella vertenza che da mesi vede contrapposti gli allevatori della bufala campana alla Regione, con i primi che chiedono il ritiro del piano regionale di eradicazione della brucellosi e della tbc bufalina, che in dieci anni ha portato alla macellazione di 140mila capi di cui solo l'1,4% realmente malato. L'Asl è l'autorità che invia per conto della Regione i veterinari nelle aziende a certificare la presenza o meno della malattia e a decidere gli abbattimenti. Alla prefettura invece gli allevatori hanno chiesto da tempo di aprire un tavolo di confronto con la partecipazione di Regione e Governo.
«Istituzioni regionali e nazionali - dice Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino - devono sedersi a un tavolo in prefettura, perché la responsabilità di risolvere il problema è non solo di De Luca, ma anche del Ministro della Salute Speranza.