Bufale uccise per brucellosi:
«Sì al vaccino o spariranno»

Bufale uccise per brucellosi: «Sì al vaccino o spariranno»
di Vincenzo Ammaliato
Martedì 8 Settembre 2020, 14:00
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È previsto stamattina all'assessorato regionale all'agricoltura un incontro per la sopravvivenza del comparto zootecnico della provincia di Caserta.

Nelle stanze dell'ente diretto dal presidente De Luca si vedranno i dirigenti dell'Asl e una delegazione dell'associazione allevatori e produttori di latte bufalino della provincia di Caserta, tutti molto preoccupati che nel giro di qualche anno del patrimonio zootecnico casertano non resterà che un ricordo. Ferdinando Letizia, rappresentante dell'associazione denuncia che nei primi sei mesi di quest'anno c'è stata una strage di bufale, abbattute per brucellosi e tubercolosi.

«Sono quasi 4mila i capi abbattuti dal primo gennaio 2020 al 30 giugno dello stesso anno per brucellosi e 5milaeottantotto per tubercolosi nello stesso periodo». Insomma, oltre 11mila capi di bestiame, che rapportati ai 120mila esemplari certificati negli allevamenti del casertano, rappresentano quasi il 10 per cento, abbattuti in poche settimane. Gli allevatori chiedono con disperazione che anche l'Italia adotti come in molti altre nazioni del mondo il vaccino che possa prevenire tali infezioni.
 

 

Ma perché si assiste alla decimazione di animali preziosissimi per la produzione della ricercatissima mozzarella di bubala e non si prende in considerazione l'uso del vaccino? «Perché parte del mondo scientifico si preoccupa di controindicazioni che invece sono state smentite da quei Paesi che lo utilizzano da molti anni», spiega Letizia.

Gli allevatori ricevono un ristoro di mille euro per ogni capo abbattuto, di molto inferiore ai circa 3mila euro del prezzo di ogni capo. Ma per loro la questione economica è secondaria rispetto alla sussistenza degli stessi allevamenti, che se non s'interverrà col vaccino quasi certamente in cinque, massimo sei anni spariranno dalla provincia di Caserta.

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