Business illegale di cani,
scovati i lager dei cuccioli

Business illegale di cani, scovati i lager dei cuccioli
di Antonio Borrelli
Martedì 23 Agosto 2022, 09:37 - Ultimo agg. 13:42
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Un fiume di soldi (centinaia di migliaia di euro all'anno solo in Campania), che nel Casertano scorre spesso davanti a sguardi poco attenti. Ad aver puntato il mirino sul fenomeno del business illegale di cani sono invece gli inquirenti, che negli ultimi mesi hanno aumentato esponenzialmente i blitz in aree nascoste e in canili abusivi.

Ed è nell'alto Casertano che sembra esserci il nuovo epicentro del fenomeno criminale, denunciato da anni dalle associazioni ambientaliste. A confermarlo sono due recenti operazioni, a Roccaromana e a Sessa Aurunca.

Una settimana fa, nella frazione «Statigliano» in contrada Costa a Roccaromana i carabinieri forestali di Pietramelara hanno scoperto 8 segugi adulti e 5 cuccioli chiusi in un lager, in condizioni disperate. La segnalazione era arrivata direttamente dall'Asl veterinaria di Caserta, che ha poi portato al sequestro preventivo della struttura e degli stessi cani ora affidati in custodia giudiziaria a un canile autorizzato.

Il proprietario della struttura è stato invece denunciato per detenzioni di animali in condizioni incompatibili con la loro natura. 

Meno di un mese fa, invece, a Sessa Aurunca 18 cani erano rinchiusi in box costruiti con materiali di fortuna su un fondo agricolo. Qui mancava tutto: sistema di raccolta e smaltimento delle feci, cura e pulizia. In quel caso il personale dell'Asl ha disposto lo sgombero e il proprietario della struttura è stato multato di oltre 12mila euro. 

Un anno fa nella stessa Sessa Aurunca, nella frazione Casamare, vennero trovati addirittura 34 meticci, tutti senza microchip, in condizioni igienico-sanitarie allarmanti. Alcuni erano afflitti da gravi forme di parassitosi e di alopecia cutanea. In quel caso l'operazione fu persino più massiccia: forestali di Sessa Aurunca, personale dell'Asl settore Randagismo, Polizia municipale e responsabili comunali dell'ufficio Ambiente e Servizi sociali. Per le condizioni ambientali allarmanti e sanitarie e la detenzione degli animali la proprietaria dell'immobile in cui erano rinchiusi i cani venne denunciata. 

Episodi - sono soltanto i più recenti - oggi all'attenzione degli inquirenti che hanno notevoli tratti di somiglianza e che portano ad interrogativi sulla destinazione di quegli animali. Non è ancora chiaro se i cani fossero pronti per essere messi in vendita, ma il traffico illecito e la vendita al mercato nero sono sempre sotto i riflettori dei carabinieri, in particolar modo negli ultimi mesi.

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Secondo la Lav (Lega Anti Vivisezione), il traffico di cani e cuccioli è un vero e proprio business che «movimenta circa 300 milioni di euro all'anno, legato al valore economico degli animali. 

Cuccioli dell'Est acquistati a circa 60 euro sono venduti a prezzi anche fino a 20 volte superiori, una volta trasformata la loro origine da Est europea a italiana».

Viaggiano soprattutto di notte, spesso con passaporti falsi o falsificati, nascosti nei bagagliai di autovetture, in furgoni o tir, dopo un viaggio che può durare anche oltre 12 ore.

In Italia vengono poi venduti in allevamenti e negozi, furtivamente presso i caselli autostradali e sempre più frequentemente su internet.

Basti pensare che la Campania è maglia nera per traffico di cuccioli. Solo a gennaio un altro sequestro è avvenuto ad Aversa: 39 cuccioli erano rinchiusi in tre gabbiette per polli, stivate nel bagagliaio di una macchina, in condizioni inadeguate sia per mancanza d'igiene che per la presenza di ferri sporgenti e arrugginiti che esponevano i cani a sofferenza e grave pericolo.

I trafficanti di cani non si fanno scrupoli per vendere a prezzi stellari cani di razza. «In questo squallido commercio di animali spesso manca il più banale controllo sanitario. Molti muoiono prima di essere messi in commercio», aggiungono gli animalisti della Lav.

Un problema, dunque, che investe vari settori: quello ambientalista ma anche quello di un sistema criminale che approfitta di un settore »interessante» per far soldi in modo illegale. 

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