Caccia al cinghiale, morto cacciatore
colpito per sbaglio dall'amico

Caccia al cinghiale, morto cacciatore colpito per sbaglio dall'amico
Marilu Mustodi Marilù Musto
Lunedì 3 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 07:25
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La stagione della caccia al cinghiale in Campania si è aperta ieri con un cacciatore ucciso dall'amico durante una battuta a Teano. Coincidenza e dramma. Aldo De Francesco, 57 anni, imprenditore edìle di Teano e appassionato di attività venatorie, è stato colpito alle spalle da un pensionato di 76 anni della vicina Carinola, suo compagno di battute. È morto a causa di una emorragia, appena giunto all'ospedale di Sessa Aurunca. L'amico, quando ha capito di essere caduto in un tremendo errore, è corso in caserma dai carabinieri di Teano: «Ho sparato io, non l'ho visto», ha detto in lacrime. Su di lui pende la minaccia di un fascicolo per omicidio colposo, mentre nei prossimi giorni si terrà l'autopsia sul corpo di De Francesco.

Al fascino della caccia non sfugge nessun cacciatore, il calendario venatorio ha inaugurato ieri la sua stagione dedicata ai cinghiali e nella frazione Cappelle di Teano, dalle prime luci dell'alba, dieci appassionati con i fucili calibro 12 fra le mani si aggiravano fra le montagne sidicine in cerca di animali selvatici.

Ma la battuta non dava i frutti sperati, alle ore 13 non c'era stato ancora alcun avvistamento. Si arriva alle 13.30, si sente un rumore fra i cespugli della montagna. Parte un proiettile dal fucile dell'uomo di 76 anni e colpisce alle spalle Aldo De Francesco che si piega in due. Gli amici lo soccorrono, è cosciente, dice di fare presto, ma il sangue continua a uscire: il proiettile della calibro 12 gli ha trapassato i polmoni. La corsa al pronto soccorso è scandita da rassicurazioni, l'imprenditore continua a rispondere alle domande degli amici. Arrivati in ospedale a Sessa Aurunca, però, la situazione si complica: il paziente ha perso troppo sangue. I tentativi di rianimarlo sono inutili. Aldo De Francesco muore dissanguato. Mentre in sala d'attesa dell'ospedale si consuma il dramma fra i compagni di caccia che si disperano, i medici avvisano la famiglia: la moglie e le tre figlie, due trentenni e una di 19 anni. Aldo era anche un nonno amato dai suoi nipotini, uno nato 10 giorni fa, conosciuto a Teano come una persona perbene, aveva la passione per la caccia da tempo.

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Gestiva una piccola ditta edìle: la sua azienda aveva appena terminato dei lavori di adeguamento al plesso scolastico della frazione Casale di Teano. «Regalò tre caldaie alla scuola, noi non potevamo permettercele», racconta l'ex sindaco Dino D'Andrea. Il compagno di battute di Carinola che lo ha colpito per sbaglio arriva in caserma e viene trattenuto dai carabinieri di Teano - coordinati dal comando di Capua - per mettere a verbale la dinamica. Il suo fucile calibro 12 viene sequestrato. Di solito, i cacciatori di cinghiali utilizzano una «carabina», un'arma da guerra. Abbatte gli animali, ma anche gli uomini se vengono colpiti. La notizia fa il giro del paese, della regione. A intervenire per primo è il sindaco di Teano, Giovanni Scoglio, che dice: «Abbiamo perso un cittadino modello». Si allarga la discussione sull'utilizzo delle armi, al netto dell'emergenza cinghiali che invadono le città. Solo come esempio, ieri è morto un anziano di 90 anni di Alvignano che aveva maneggiato un'arma dei primi del 900. Il pericolo di errore, durante le uscite di caccia e la pulizia delle armi, è enorme. Ma l'aumento di cinghiali in Campania, per ora, si combatte solo così: cacciandoli. 

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