Calcio e affari di droga: in cella il presidente, esportava cocaina

L'indagato farebbe parte di un'organizzazione dedita allo spaccio di grandi quantitativi di droga

Giovanni Fontana, presidente del Villa LIterno
Giovanni Fontana, presidente del Villa LIterno
di Nicola Rosselli
Venerdì 18 Novembre 2022, 07:52 - Ultimo agg. 12:24
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Una foto con un carico di seicento panetti di cocaina trasportati a bordo di un camion la cui motrice recava una targa che ha fatto rilasciare alla società di logistica Fontana Service con sede a Lusciano. È questa immagine, scambiata su una chat di WhatsApp, che inchioderebbe il 52enne Giovanni Fontana, di Villa Literno, presidente della locale squadra di calcio che milita nel girone A del campionato Eccellenza, con precedenti per rapina, furto e armi.

L'uomo, difeso dagli avvocati Giovanni Cantelli e Mario Griffo, tra l'altro, detiene il 50% della società di logistica, mentre l'altra metà è detenuta dal fratello Michele. Giovanni Fontana farebbe parte di un'organizzazione dedita allo spaccio di grandi quantitativi di droga. Trenta le persone coinvolte, ad eccezione di Fontana, tutte del napoletano in questa struttura che vedeva al vertice Raffaele Imperiale, narcotrafficante 48enne di Castellamare, residente negli Emirati Arabi, organico al clan camorristico degli Amato Pagano, che avrebbe vantato un passaporto diplomatico. Un giro d'affari di milioni di euro tanto che, come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare redatta dalla gip Linda D'Ancona del tribunale di Napoli, Imperiale insieme ad un altro coimputato, Gianmarco Cerrone, avrebbe anche ipotizzato di comperare la Società Calcio Napoli. Ad operare il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Scico) di Napoli, un corpo speciale della guardia di finanza coordinato dal colonnello Danilo Toma. 

Questi i nomi delle persone coinvolte: Mario Allegretti, 50 anni, di Giugliano; Luca Alvino, 46 anni, di Napoli; Massimo Ballone, 61 anni, di Pescara; Bartolo Bruzzaniti, 47 anni, residente in Costa d Avorio; Luca Cammarota, 42 anni, di Napoli; Carmine Amedeo Cappelletti, 69 anni, di Avezzano, in provincia dell'Aquila; Bruno Carbone, 45 anni, di Giugliano; Gianmarco Cerrone, 29 anni, di Giugliano; Antonio Cerullo, 46 anni, di Napoli; Raffaele Di Matteo, 42 anni, di Napoli¸ Antonio De Dominicis, 36 anni, di Napoli; Giovanni Fontana, 52 anni, di Villa Literno; Giovanni Franceschiello, 41 anni, di Napoli; Ciro Gallo, 50 anni, di Giugliano; Corrado Genovese, 34 anni, romano residente negli Emirati Arabi Uniti a Dubai; Giovanni Gentile, 65 anni, di Andria; Giuseppe Gentile, 40 anni, di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria; Raffaele Imperiale, 48 anni, residente negli Emirati Arabi Uniti; Bruno Francesco Leone, &5 anni, di Porto San Salvo; Marco Ligori, 37 anni, di Mugnano di Napoli; Diego Luca, 34 anni, di Cittanova; Girolamo Luca, 67 anni, di Cittanova, residente a Ravenna; Giuseppe Mammoliti, 51 anni, di San Luca, residente a Duisburg in Germania; Raffaele Mauriello, 33 anni, di Melito di Porto Salvo RC e di fatto domiciliato negli Emirati Arabi Uniti; David Charles Mirone, 50 anni, residente negli Emirati Arabi Uniti; Fortunato Murolo, 52 anni, di Mugnano di Napoli; Marco Panetta, 49 anni, di Cisterna di Latina; Antonio Puzella, 56 anni, di Solopaca; Mario Simeoli, 45 anni, di Marano di Napoli; Daniele Ursini, 49 anni, di Casagiove. 

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Chi aveva inviato quella foto, subito dopo averlo fatto, inviava un altro messaggio nella medesima chat di gruppo raccomandandosi di non inoltrare la foto ad altri in quanto era visibile la targa del camion. Quei seicento chili di cocaina sarebbero, poi, stati occultati tra un carico di pietre prima nel deposito nella disponibilità di Fontana, che i componenti dell'organizzazione avrebbero chiamato con il soprannome di «o' cafone», a Castelvolturno e da lì, dopo essere stati spostati in un container, spediti via mare, in partenza dal porto di Napoli, nella lontana Australia.

Una spedizione che il presidente del Villa Literno Calcio avrebbe seguito monitorandone il tragitto. Assicurandosi, dapprima, che la nave con a bordo il container fosse partito dal porto del capoluogo partenopeo il 28 novembre del 2020 e fosse poi giunto in Australia nel giorno dell'Epifania del 2021.

Quello che non è stato possibile accertare è quale fine abbia fatto il carico di cocaina. Nell'ordinanza viene anche riportato che il carico, alla fine, sebbene arrivato a destinazione, non fu consegnato perché sequestrato dalla polizia australiana. In un primo tempo, poiché la notizia del sequestro non era stata resa pubblica, Fontana temeva che il carico fosse stato rubato.

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